Allarme alcolismo in Italia: oltre 500 mila i minori a rischio
Un italiano su 10 esagera nel consumo di alcol e sono oltre 9 milioni i bevitori “a
rischio”. E’ quanto emerge dal recente rapporto sul consumo di alcol in Italia condotto
dal ministero della Salute. L’allarme riguarda soprattutto i minori: sono oltre mezzo
milione i ragazzi, tra gli 11 e i 15 anni, che consumano abitualmente bevande alcoliche.
Sui dati più significativi di questa indagine ascoltiamo al microfono di Emanuela
Campanile il dott. Ugo Ceròn, psicologo della Comunità Papa Giovanni XXIII
nel settore delle tossicodipendenze:
R. – Io terrei
presente soprattutto questo dato che emerge anche dal rapporto e che ci differenzia
rispetto agli altri Paesi europei: in Italia l’età di prima assunzione è piuttosto
precoce, intorno ai 12 anni, diversa rispetto alla media europea che è di 14 anni.
Credo che dobbiamo considerare dove vivono questi ragazzi intorno ai 12 anni: vivono
prettamente aggrappati al loro tempo e a quello delle loro famiglie e in alcuni ambienti
di svago con i propri compagni. Le famiglie hanno un ruolo importante nel cercare
di trasmettere un’educazione consapevole nei confronti delle bevande alcoliche. Il
consumo di alcolici all’interno della popolazione adulta è spesso all’interno di un
territorio a rischio. Quindi è ovvio che le ragazze che crescono in ambienti con adulti
con questo tipo di comportamenti, possano assumere questo tipo di comportamento. D’altra
parte, a 12 anni è facile che questo tipo di atteggiamento sia molto più legato all’esigenza
di creare una coesione sociale, un sentirsi parte di un gruppo attraverso una sostanza
che è la sostanza d’ingresso al mondo dello sballo, dell’alterazione, proprio perché
gode di questa maggior tolleranza e maggior accettazione a livello sociale.
Nel
rapporto a finire sotto accusa sono soprattutto le nuove mode del bere, importate
dall’estero e seguite e da molti giovani. Ma cosa chiedono i genitori, sempre più
preoccupati da questa emergenza? Emanuela Campanile a Maria Rita Munizzi, presidente
nazionale del Movimento Italiano Genitori (Moige):
R. – Nell’ottica
della prevenzione è necessario che vengano riconosciute delle risorse finanziarie
per sviluppare dei programmi di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole rivolte
ai giovanissimi, perché non esiste prevenzione laddove non esiste un investimento
che aiuti i ragazzi a comprendere quelli che sono gli stili di vita corretti, anche
in ottica di consumo alcolico. Noi, già da tempo, chiediamo l’innalzamento del divieto
di vendita degli alcolici dai 16 anni – qual è l’attuale normativa italiana – ai 18
anni. In attesa che avvenga questo a livello legislativo, è però necessario che venga
rispettato il divieto della vendita di alcolici ai minori di 16 anni. Purtroppo quello
che accade è che nei luoghi di intrattenimento dei nostri figli - penso ad esempio
alla baby discoteche, che fanno tanto discutere - vengono venduti alcolici. Noi vogliamo
che i nostri ragazzi siano tutelati dal punto di vista dei luoghi di intrattenimento
e quindi possano andarci tranquillamente senza, però, che venga loro offerto alcool
o altro.
D. - Oltre alle responsabilità delle istituzioni,
anche i genitori devono fare la loro parte in famiglia?
R.
– Il dovere dei genitori, anche qui, è quello di mantenere fermo il punto, perché
è chiaro che alcuni modelli si apprendono in famiglia. E’ importante, ad esempio,
che i genitori sappiano che fino ai 16 anni, il fegato dei nostri figli non ha gli
enzimi per detossificare l’alcool. Quindi non cadiamo nel tranello di dire: “Va bene
un goccino di vino a tavola con i genitori…”. E questo perché ci sono alcune regole,
imposte dalla natura, alle quali non si sfugge. E’ importante, quindi, dare il buon
esempio in famiglia, essere chiari nei divieti. Bisogna essere fermi da questo punto
di vista e far loro comprendere che è legato proprio ad una maturazione dell’organismo,
per cui consideriamo che quello che beve un ragazzino di 12 anni è dieci volte più
pericoloso che se lo bevesse quando ha il sistema completamente maturo e in grado
di detossificare l’alcool. E’ importante che chiaramente anche il genitore faccia
la propria parte. (Montaggi a cura di Maria Brigini)