Una storia che guarda al futuro: a due anni dalla morte, il Movimento dei Focolari
ha celebrato la sua fondatrice Chiara Lubich
Una storia cominciata con Chiara Lubich che ora guarda al futuro: è quella del Movimento
dei Focolari che, a due anni dalla scomparsa della fondatrice, Chiara Lubich, il 14
marzo 2008, ha ricordato con molte iniziative in tutto il mondo la sua figura e il
suo pensiero. A Roma, ieri pomeriggio, si è tenuto un Convegno al Campidoglio, dove
10 anni fa era stata conferita alla Lubich la cittadinanza onoraria romana. Il servizio
di Adriana Masotti:
“Con oggi
dunque, sono cittadina romana”.
Così, Chiara Lubich,
10 anni fa. “Vorrei che all’avvenimento odierno, aveva continuato, corrispondesse
un impegno da parte nostra: dedicarci d’ora in poi a questa città, più e meglio potenziando
in essa ciò che può offrire il nostro carisma: l’amore, l’unità fra tutti, dovunque”.
Un’idea profetica quella della fraternità universale di Chiara che ieri al Campidoglio,
interventi, testimonianze, documenti filmati hanno dimostrato possibile. Lo conferma
nel suo saluto il cardinale Stanislaw Rilko, presidente del Pontificio Consiglio per
i Laici: molte le letture che si fanno oggi del nostro mondo, di solito a tinte fosche,
dice, ma ci sono anche altre realtà come questa. Perciò ricordiamo Chiara con enorme
gratitudine. Tra i primi a parlare è l’Imam Izak el Pasha.
(Voce
imam)
Racconta di quando, nel 1997, la Lubich, invitata dall’imam W.D.
Mohammed parlò a circa 3000 musulmani afro-americani nella sua Moschea a New York.
Un evento che, dice, ha abbattuto tante barriere e ha portato luce a tanti. “Quel
giorno è stato stipulato un patto di unità che non morirà mai. Insieme riusciremo
a costruire la pace su questa terra perché questa è la volontà di Dio”. In quella
moschea c’era anche il rabbino di New York, Michael Schevach.
(Voce
rabbino)
Parla della sua iniziale diffidenza e paura verso i musulmani
e poi durante quell’incontro di una guarigione interiore: la scoperta dell’uguaglianza
nella diversità. Si passa a Fontem nel Camerun, dove il movimento è presente dal 1966
chiamato a soccorrere un popolo a rischio di estinzione. Incredibile ora il suo sviluppo
avvenuto grazie a relazioni sociali basate sul rispetto e sull’amore reciproco: bianchi
cristiani e neri che in maggioranza praticano la religione tradizionale, si sentono
fratelli. Altri interventi descrivono realizzazioni concrete sui fronti dell’economia,
dell’educazione e dell’impegno sociale, ispirate ad una nuova cultura, la cultura
del dare. Tutti possono fare qualcosa per costruire un mondo più fraterno e lo sguardo
dei presenti si spinge avanti, sul futuro. Quella al Campidoglio non vuol essere una
commemorazione, aveva detto Maria Voce, attuale presidente dei
Focolari:
“Perché si commemora qualcuno che è passato, ma non è questo
il caso. Noi vogliamo celebrare una vita, una vita che è cominciata con Chiara e che
continua”.