Mons. Tomasi: gli Stati rispettino e promuovano il diritto alla libertà religiosa
Legislazioni e sanzioni adeguate per estirpare il fenomeno dell’impunità legato ad
atti criminali compiuti contro minoranze religiose. E’ quanto ha chiesto ieri l’arcivescovo
Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio dell’Onu
di Ginevra, in occasione della 13.ma Sessione del Consiglio dei diritti umani nella
città elvetica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Nell’analizzare
il tema della libertà religiosa, l’arcivescovo Silvano Tomasi sottolinea che “la manipolazione
della religione per fini politici o di altro tipo può essere una fonte di violenza”.
Si deve inoltre evitare ogni “discriminazione sulla base dell’identità religiosa”.
L’arcivescovo ricorda poi che in diversi Paesi la libertà religiosa “non è ancora
pienamente garantita”. Recenti indagini indicano che circa il 70 per cento degli oltre
6,8 miliardi di abitanti del mondo vive in Paesi con forti restrizioni. In alcuni
Stati, i fedeli di religioni di minoranza, che non sono riconosciute dalla legge,
devono confessare la loro fede “in clandestinità e illegalmente”, nel timore della
prigione e della persecuzione. In altri luoghi, anche se il diritto alla libertà religiosa
è legalmente riconosciuto, le minoranze subiscono vessazioni da parte dei membri della
religione di maggioranza. Si susseguono casi di proprietà danneggiate, luoghi
di culto distrutti e gravi minacce.
Questi atti
criminali – afferma mons. Tomasi – sono spesso compiuti “in totale impunità”. Le autorità
non intervengono o assumono posizioni faziose. Le vittime sono costrette a desistere
dal denunciare per il timore di subire ulteriori conseguenze negative. I responsabili
delle molestie contro comunità di minoranze religiose sono incoraggiati dalla “collusione”
o da un sistema giudiziario “inefficace”. La Santa Sede – conclude l’arcivescovo Silvano
Tomasi – invita gli Stati a rispettare e a promuovere il diritto alla libertà di religione
in tutti i suoi aspetti, attraverso la legislazione nazionale, includendo sanzioni
adeguate per “sradicare l’impunità in modo efficace”.