Spoglio elettorale in Iraq, sfida Allawi-al Maliki
In Iraq, primi risultati delle elezioni legislative. L’ex premier Allawi è in vantaggio
in due province sunnite. Il premier al Maliki è invece in testa in altre due zone
sciite. A nord invece si profila un successo per i partiti curdi. Intanto, si moltiplicano
le denunce di brogli. Sull’attuale situazione politica irachena, Stefano Leszczynski
ha intervistato Khaled Fouad Allam, esperto dell’area ed editorialista per
il quotidiano La Repubblica:
R. – Senza
dubbio, la società irachena si è avviata verso un processo di democratizzazione e
di esercizio della democrazia, che dovrà ora andare avanti nel tempo. E’ evidente,
però, che la questione dell’equilibrio fra le forze politiche rimane molto complessa,
perché la guerra ha ovviamente capovolto - in un certo senso - i rapporti interetnici.
Perciò, la contrapposizione che può esserci fra sciiti e sunniti ed altre minoranze
etniche religiose si ritrova anche all’interno del sistema democratico. D.
– Resta il nodo della complicazione di formare un esecutivo che dovrà essere comunque
un esecutivo di coalizione… R. – Nonostante la contrapposizione
di tipo etnico-religioso, e le prevaricazioni che in passato ne derivavano, la questione
della formazione di un nuovo Stato rimane la strada da perseguire, anche perché non
credo che gli iracheni, avendo vissuto anni ed anni di gravi tensioni e di guerra,
vogliano tornare indietro. Poco a poco si troverà un equilibrio politico che consoliderà
fortemente il processo di democratizzazione. D. – L’afflusso
alle urne è stato alto. Un dato, tuttavia, che non ha trovato lo stesso riscontro
nelle piccole aree dove vivono i cristiani: lì si è, infatti, notato un forte calo.
Questo è un dato preoccupante, secondo lei? R. – Sì, perché la vita
del Medio Oriente non può essere concepita senza l’apporto storico, religioso e culturale
delle minoranze cristiane. In questo contesto certamente c’è da fare lo stesso lavoro
che è stato fatto negli ultimi anni con i sunniti, in maniera da preservare le minoranze
cristiane.