2010-03-12 15:06:26

Spoglio elettorale in Iraq, sfida Allawi-al Maliki


In Iraq, primi risultati delle elezioni legislative. L’ex premier Allawi è in vantaggio in due province sunnite. Il premier al Maliki è invece in testa in altre due zone sciite. A nord invece si profila un successo per i partiti curdi. Intanto, si moltiplicano le denunce di brogli. Sull’attuale situazione politica irachena, Stefano Leszczynski ha intervistato Khaled Fouad Allam, esperto dell’area ed editorialista per il quotidiano La Repubblica:RealAudioMP3

R. – Senza dubbio, la società irachena si è avviata verso un processo di democratizzazione e di esercizio della democrazia, che dovrà ora andare avanti nel tempo. E’ evidente, però, che la questione dell’equilibrio fra le forze politiche rimane molto complessa, perché la guerra ha ovviamente capovolto - in un certo senso - i rapporti interetnici. Perciò, la contrapposizione che può esserci fra sciiti e sunniti ed altre minoranze etniche religiose si ritrova anche all’interno del sistema democratico.
 
D. – Resta il nodo della complicazione di formare un esecutivo che dovrà essere comunque un esecutivo di coalizione…
 
R. – Nonostante la contrapposizione di tipo etnico-religioso, e le prevaricazioni che in passato ne derivavano, la questione della formazione di un nuovo Stato rimane la strada da perseguire, anche perché non credo che gli iracheni, avendo vissuto anni ed anni di gravi tensioni e di guerra, vogliano tornare indietro. Poco a poco si troverà un equilibrio politico che consoliderà fortemente il processo di democratizzazione.
 
D. – L’afflusso alle urne è stato alto. Un dato, tuttavia, che non ha trovato lo stesso riscontro nelle piccole aree dove vivono i cristiani: lì si è, infatti, notato un forte calo. Questo è un dato preoccupante, secondo lei?
 R. – Sì, perché la vita del Medio Oriente non può essere concepita senza l’apporto storico, religioso e culturale delle minoranze cristiane. In questo contesto certamente c’è da fare lo stesso lavoro che è stato fatto negli ultimi anni con i sunniti, in maniera da preservare le minoranze cristiane.







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