Filippine. Allarme dei missionari: salvare Palawan dalle miniere e dai biocarburanti
Salvare l’isola di Palawan e le sue comunità indigene dalla distruzione e dall’inquinamento:
con questo scopo un forum di missionari, comunità cristiane, Ong, associazioni ambientaliste
hanno lanciato una petizione per impedire la devastazione di una delle più belle isole
dell’arcipelago filippino, l’isola di Palawan. Come riferiscono all’agenzia Fides
alcuni missionari impegnati nel forum, Palawan – lunga isola nella parte occidentale
dell’arcipelago, nel mare cinese meridionale – rischia di essere devastata a causa
di progetti di estrazione mineraria e di agricoltura estensiva autorizzati dal governo
filippino centrale e provinciale. Palawan, la provincia più estesa delle Filippine,
è un vero paradiso terrestre, un’isola incontaminata con un ecosistema raro e delicato,
che include numerose specie vegetali e animali protette. E’ abitata da tribù indigene
locali come Tagbanua, Palawanon, Tau't Bato, Molbog, Batak, che vivono in piccoli
villaggi sulle aree montuose o lungo le coste, grazie alla pesca e all’agricoltura
di sussistenza. L’isola non è meta del turismo di massa, fatto che negli ultimi decenni
l’ha preservata dall’edificazione selvaggia: Palawan è oggi parte del “Programma Unesco
per la tutela dell’uomo e della biosfera”. “In questo momento l’isola è a forte rischio:
è a rischio la vita e la dignità delle comunità locali, mentre si tralascia la salvaguardia
del Creato”, dicono i missionari che hanno firmato e diffuso la petizione per “Salvare
Palawan”: sono iniziati infatti i lavori di edificazione di strade per aprire le cave
e i cantieri estrattivi, affidati alle multinazionali “MacroAsia” e “Celestial”. Secondo
l’accordo con il governo di Manila la “MacroAsia” ha diritto sulla terra che da sempre
appartiene – secondo il concetto dell’ancestral domain – alle comunità autoctone,
alcune delle quali hanno rari contatti con il mondo esterno, mettendo a rischio la
loro sopravvivenza e la sopravvivenza dell’ecosistema. Altri progetti, sponsorizzati
dal governo provinciale di Palawan, prevedono la piantagione estensiva di palme per
ricavare olio da utilizzare per i bio-carburanti: anche questo sarebbe un grave danno
alla biodiversità e ridurrebbe pesantemente l’accesso delle popolazioni locali alle
diverse risorse della terra. “Chiediamo al governo di revocare il ‘Mining Act’ del
1995, che è stato realmente disastroso per le popolazioni indigene delle Filippine”,
chiede la petizione firmata e diffusa da numerosi missionari nelle Filippine. (R.P.)