Monsignor Tomasi e il cardinal Schoenborn sugli abusi sui minori
“La comunità cattolica continua nei suoi sforzi per risolvere definitivamente il problema
degli abusi sessuali sui minori”: sono le parole di mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore
permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra. Il presule è intervenuto ieri
all’incontro annuale sui diritti dei bambini, nell’ambito della 13.ma sessione del
Consiglio dei diritti umani. Ce ne parla Isabella Piro:
“L’abuso
sessuale sui minori è sempre un crimine odioso”. In apertura del suo intervento, mons.
Tomasi ha citato le parole di Benedetto XVI, ricordando che “a questa chiarissima
condanna della violenza sessuale contro i bambini ed i giovani, il Papa ha aggiunto
la dimensione religiosa, ribadendo che l’abuso è anche un grave peccato, che offende
Dio e la dignità umana”. “L’integrità fisica e psicologica dei minori viene violata
con conseguenze distruttive – ha aggiunto il presule – Gli studiosi hanno dimostrato
che i bambini abusati reagiscono in modi differenti alla violenza sessuale” e tra
di loro si registrano “maggiori probabilità di gravidanze adolescenziali, vagabondaggio,
tossicodipendenza ed alcoolismo”. Quindi, mons. Tomasi ha ricordato che, “negli ultimi
anni, sacerdoti, religiosi e operatori laici cattolici, in diversi Paesi, sono stati
accusati di abusi sui minori e molti sono stati anche condannati”. “Non ci sono scuse
per questo comportamento” ha ribadito il presule, sottolineando che “la protezione
dalle aggressioni sessuali rimane in cima alla lista delle priorità di tutte le istituzioni
ecclesiastiche che lottano per porre fine a questo serio problema”. Poi, l’osservatore
della Santa Sede ha sottolineato che “misure concrete per assicurare la trasparenza
e l’assistenza alle vittime ed ai loro familiari sono il modo per alleviare la pena,
il dolore e lo smarrimento provocati dagli abusi”. Per questo, “la comunità cattolica
continua nei suoi sforzi per risolvere definitivamente questo problema”, ha affermato
mons. Tomasi, assicurando che “i colpevoli di tali crimini vengono immediatamente
sospesi dall’esercizio delle loro funzioni e trattati secondo la normativa civile
ed il diritto canonico”. Altre misure legali sono state prese, inoltre, per assicurare
che “i bambini ed i giovani, nelle scuole e nelle istituzioni, siano salvaguardati”
e “molte di queste misure, legali o amministrative, riguardano il riconoscimento e
la punizione degli abusi”. Di qui, l’accento posto da mons. Tomasi sulla prevenzione,
definita come “la migliore medicina”, il che si traduce in “educazione e promozione
alla cultura del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni bambino, specialmente
attraverso l’impiego di metodi efficaci per l’assunzione del personale scolastico”.
Infine, il presule ha suggerito di mettere in atto alcune pratiche che possano aiutare
i minori e riconoscere e segnalare il comportamento scorretto degli educatori. Il
cardinale Schönborn “non ha messo in dubbio in alcun modo il celibato nella Chiesa
cattolica di rito latino”. Lo ha dichiarato Erich Leitenberger, portavoce dell’arcidiocesi
di Vienna, smentendo alcune interpretazioni dei media su alcune dichiarazioni dell’arcivescovo.
Secondo l’agenzia di stampa cattolica Kathpress, nell’ultima edizione di “thema kirche”,
periodico dei collaboratori dell’arcidiocesi, Schönborn aveva affermato che sugli
abusi “deve esserci solo la via della verità ed è assolutamente necessario mettere
al primo posto le vittime". Riprendendo le parole esatte dell'arcivescovo, l'agenzia
di stampa precisa che il cardinale aveva auspicato un esame delle cause di abuso,
tra cui: “La questione della formazione dei sacerdoti, così come la questione di quanto
è accaduto con la 'rivoluzione sessuale' della generazione del '68. Ne fanno parte
il tema del celibato, così come il tema dello sviluppo della personalità. E ci vuole
anche una buona porzione di sincerità, nella Chiesa, ma anche nella società”. Schönborn
chiedeva inoltre un “cambiamento”: “Per ogni nuovo caso di abuso, avvenuto nella Chiesa
o altrove, mi chiedo: 'E tu, hai davvero fatto qualcosa per il cambiamento?”. Riallacciandosi
alle parole del cardinale Schönborn, Leitenberger ha concluso: “La sincerità è auspicabile
anche nei resoconti sulle dichiarazioni di personalità della Chiesa". (R.P.)