2010-03-11 15:40:31

Giornata mondiale per la prevenzione e cura delle malattie renali


Una persona su dieci soffre di un disturbo ai reni. Su un milione di abitanti, 220 iniziano ogni anno un trattamento con il rene artificiale. Nel 2010 si stima che saranno 2 milioni i pazienti in dialisi cronica a livello mondiale. Sono questi i dati da cui parte, la celebrazione oggi della Giornata mondiale del rene. Un’occasione per ribadire l’importanza della formazione e della prevenzione per le patologie renali, che i dati più aggiornati dimostrano essere in costante aumento. Per l’occasione Eliana Astorri ha intervistato il prof. Luigi Tazza ricercatore del Dipartimento delle Scienze Chirurgiche e professore aggregato di nefrologia e chirurgia dei trapianti presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.RealAudioMP3

R. – I reni rappresentano un organo duplice che depura il sangue. Lo depura da tutte le sostanze che il nostro organismo tutti i giorni deve fabbricare; ad un certo momento queste sostanze diventano non più necessarie e vengono rimosse. Altre le introduciamo con gli alimenti; una parte degli alimenti viene utilizzata per la nutrizione e la parte che rimane non più utile viene eliminata dai reni e le urine, questo capita anche con i farmaci.

 
D. - La funzione dei reni è solo quella di depurare il sangue?

 
R. – I reni hanno anche altre funzioni collegate con questa funzione depurativa. Regolano la pressione arteriosa. Molte delle sostanze vasoattive vengono eliminate dal rene e altre vengono addirittura sintetizzate dal rene per cui globalmente il rene misura minuto per minuto la pressione arteriosa e la modifica secondo le necessità dell’organismo. Poi il rene produce ormoni; uno di questi, per esempio, è indispensabile per la produzione dei globuli rossi da parte del midollo, quindi il rene interviene nella regolazione del sangue e questo diventa importante in corso di anemia. Il calcio e il fosforo vengono regolati dal rene per la loro presenza nell’organismo e molte alterazioni del metabolismo osseo sono legate appunto a un’alterata funzione renale.

 
D. - Prof. Tazza può accadere che ad ammalarsi sia un solo rene. In questi casi cosa succede?

 
R. – Le malattie monolaterali, quelle che colpiscono un rene solo dei due, non comportano una variazione funzionale perché di solito anche se la malattia fosse gravissima, per esempio l’asportazione chirurgica, il rene controlaterale riesce comunque ad essere funzionale e a sopperire alle necessità dell’organismo e quindi in quel caso la malattia monolaterale non procura un’insufficienza renale.

 
D. - Cosa si deve fare in termini di prevenzione?

 
R. – Innanzitutto curare le malattie renali appena queste iniziano, non tardivamente dopo che esistono da anni, ma appena queste si manifestano, quindi come sempre - anche in questo caso - la diagnosi precoce delle malattie renali è estremamente utile e proficua e dà ottimi risultati. Ma anche nel caso in cui noi non siamo in grado di ostacolare la progressione della malattia renale e assistiamo inesorabilmente ad un suo peggioramento, abbiamo imparato, negli ultimi decenni, che molte terapie farmacologiche per esempio sono in grado di rallentare l’evoluzione e questo conduce già a dei buoni risultati.

 
D. - Ma ci vuole attenzione anche per l’alimentazione?

 
R. - Sicuramente l’aspetto nutrizionale è importante, non in tutti i casi, e va individualizzato per ogni paziente, però può essere molto importante. In passato era molto diffusa, adesso un po’ meno, ma resta sempre la sua utilità, l’alimentazione a ridotto contenuto proteico, quella che noi chiamiamo la dieta ipoproteica. In alcune malattie renali, somministrata al momento giusto e per un periodo di tempo congruo, è in grado di rallentare alcune manifestazioni dell’uremia e di ridurre la velocità della progressione renale, però non è adatta per tutti. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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