2010-03-10 15:27:09

Il Comitato Ccee-Kek incontra il Patriarca Bartolomeo: intervista con il cardinale Erdő


Prosegue ad Istanbul, in Turchia, l’incontro annuale del Comitato congiunto del Consiglio delle Conferenze Episcopali cattoliche d’Europa (Ccee) e della Conferenza delle Chiese europee (Kek), l’organismo ecumenico con sede a Ginevra che coordina circa 120 Chiese e comunità di tradizione ortodossa, protestante, anglicana e vertero-cattolica presenti nel continente europeo. Ieri pomeriggio il Comitato Congiunto è stato ricevuto in udienza privata dal Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I. Durante l’incontro è stata ribadita la necessità di una collaborazione per promuovere una comune testimonianza cristiana in Europa. Al centro dei lavori del Comitato congiunto, la grande sfida delle migrazioni nell’ottica di un approccio equilibrato tra giustizia e carità. Marta Vertse, incaricata del Programma ungherese della Radio Vaticana, ha sentito a questo proposito il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee: RealAudioMP3
 
R. – Prima di tutto la carità o – usando un termine ancora più forte – la misericordia ci obbliga verso coloro che hanno bisogno e noi, come cristiani, siamo tenuti a difenderli e ad aiutarli a sopravvivere, a riconoscere la loro dignità umana, la loro identità culturale, linguistica e religiosa. E questo vale per tutte le persone, e quindi per gli immigrati, e anche per gli immigrati irregolari, da un lato. Dall’altro lato, gli Stati sono responsabili verso le loro popolazioni che a loro volta hanno una propria identità linguistica, culturale, religiosa, e che per il loro sviluppo, per il normale svolgimento dell’economia e della vita sociale, a loro volta hanno bisogno di una stabilità, di una legalità il cui custode è lo Stato stesso. Per questo, gli Stati hanno anche il dovere di garantire, di difendere la legalità della vita del Paese. L’Unione Europea si aspetta che le frontiere siano sorvegliate attentamente, perché l’ondata di immigrazione dall’Asia è continua. Esiste, quindi, da una parte questa responsabilità, ma dall’altra c’è la misericordia e la dignità umana che va riconosciuta assolutamente.

 
D. – Eminenza, come si è svolto ieri l’incontro tra il Patriarca Bartolomeo e i membri del Comitato congiunto Ccee-Kek?

 
R. – Si è svolto in un’atmosfera di estrema cordialità e di sincera gioia, perché per noi cattolici la notizia dell’elezione del metropolita Emanuele di Parigi, che da diversi anni rappresenta il Patriarcato presso l’Unione Europea, è stata gioiosa: la sua persona, quindi, garantisce sia un’apertura notevole di dialogo con la nostra Chiesa, sia anche un equilibrio responsabile nel coordinamento degli sforzi delle diverse comunità cristiane per le cause comuni in Europa. Abbiamo parlato anche delle migrazioni, e in questo contesto abbiamo scambiato le nostre esperienze con Bartolomeo che, come capo di una Chiesa composta da tanti profughi e tanti emigrati in molti continenti, ha una parola importante da dire anche su questo aspetto. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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