L’Iran al centro della visita in Israele del vice-presidente statunitense Biden, che
questa mattina ha incontrato il capo dello Stato ebraico Shimon Peres. Chiesta ufficialmente
al numero due della Casa Bianca l’espulsione di Teheran dalle Nazioni Unite. Intanto,
proseguono i negoziati indiretti tra israeliani e palestinesi. Il servizio di Marco
Guerra:
Doveva essere
la giornata che avrebbe segnato la ripresa dei negoziati tra Israele e l’Autorità
Nazionale Palestinese con la mediazione americana, ma i colloqui odierni tra il primo
ministro israeliano Netanyahu e il vice presidente Usa, Joe Biden, sono stati ancora
volta completamente dedicati alla minaccia nucleare iraniana. Dopo la richiesta all’Onu
di imporre “sanzioni paralizzanti” contro Teheran avanzata ieri dal vice-premier israeliano
Shalom, stamane il capo dello Stato ebraico Peres ha rincarato la dose, auspicando
l'espulsione dell'Iran dalle Nazioni Unite. Il presidente Ahmadinejad, ha detto Peres,
“non può al tempo stesso essere membro delle Nazioni Unite ed invocare la distruzione
di Israele”. Dal canto suo, Biden ha ribadito che l'impegno di Washington nei confronti
della sicurezza dello Stato ebraico è ''assoluto e totale'', garantendo inoltre il
pieno sostegno degli Stati Uniti a chi si ''assume i rischi'' del processo di pace
in Medio Oriente. E mentre si fa più duro lo scontro con l’iran, emerge a sorpresa
la disponibilità di Israele a costruire centrali nucleari in cooperazione con i vicini
Stati arabi. E sempre di queste ore un’altra notizia che allenta la tensione nella
regione: Israele ha autorizzato, in via eccezionale, il segretario generale dell'Onu,
Ban Ki-moon, e l'Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Ashton, a recarsi nella
Striscia di Gaza passando attraverso il proprio territorio.