2010-03-09 15:26:13

India: i sacerdoti in Orissa sono stati sempre accanto ai fedeli


“I sacerdoti della martoriara regione dell'Orissa , nell'India orientale, soprattutto nel distretto di Kandhamal, hanno condiviso la sorte e dimostrato profondo amore e dedizione al gregge dei fedeli loro affidato”, dice in un intervento inviato all’agenzia Fides John Dayal, segretario generale dell’All India Christian Council, riflettendo su come la comunità locale sta vivendo l’Anno Sacerdotale. Nell’agosto 2008, 300 villaggi cristiani sono stati attaccati e 54mila persone sono fuggite nei boschi circostanti, per scampare alla furia degli estremisti indù. Fra loro c’erano anche preti e suore, che hanno condiviso in toto la sofferenza della popolazione. Per alcuni di loro, come per il sacerdote cattolico padre Bernard Digal, è sopraggiunta la morte dovuta alle ferite e alle percosse subite. “Ma questa tragedia – nota Dayal – ha mostrato quanto profondo sia il legame dei preti dell’Orissa con il loro gregge. La maggior parte dei sacerdoti di Kandhamal sono locali. Sono nati, hanno vissuto, sono stati battezzati e ordinati in quella terra. Sono spesso dalit (i cosiddetti intoccabili) o tribali. Alcuni di loro hanno cultura teologica e dottorati acquisiti all’estero, altri sono maggiormente impegnati nel sociale. Ma tutti amano profondamente la terra e il popolo. Da decenni lottano con la gente per la promozione umana, per l’istruzione, per migliorare le condizioni di vita. Quando la violenza è scoppiata, i preti dell’Orissa e le loro famiglie sono stati i bersagli preferiti. Hanno subito umiliazioni e aggressioni in odium fidei nel silenzio, senza reagire. Padre Bernard è stato il martire di quella violenza ed è simbolo di tutti i preti che ancora oggi sono impegnati a predicare il Vangelo - conclude Dayal - e difendere la popolazione dell’Orissa”. (R.P.)







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