Argentina: i vescovi analizzano la situazione sociale ed ecclesiale del Paese
Tra oggi e domani si svolge la riunione del Comitato permanente della Conferenza episcopale
argentina sotto la guida del presidente, l’arcivescovo di Buenos Aires, cardinale
Jorge Mario Bergoglio. Una ventina di vescovi rifletteranno sull’attuale momento della
vita della Chiesa del Paese. In particolare è quasi certo - secondo l’agenzia ecclesiale
Aica - che si discuta sulla crisi politica interna, che ha avuto origine nelle ultime
settimane per l’uso, che in molti ritengono ‘abuso’, da parte del governo dei cosiddetti
“Dna”, vale a dire i “Decreti di necessità e urgenza”. Si tratta di strumenti giuridici
a cui ha fatto ricorso il presidente della Repubblica signora Cristina Fernández de
Kirchner, per poter disporre della riserve della Banca centrale con lo scopo di pagare
parte delle obbligazioni del debito estero. La decisione dell’autorità ha provocato
forti polemiche che hanno appesantito il clima politico ed è ciò che più preoccupa
i vescovi poiché, come hanno ribadito a più riprese negli ultimi mesi, il Paese ha
bisogno di tutte le sue forze per cooperare nel conseguimento del bene comune, al
di sopra degli interessi parziali. Su questa materia, i presuli, dovrebbero ascoltare,
sempre secondo l’agenzia Aica, un rapporto di mons. Jorge Casaretto, vescovo di San
Isidro e responsabile della pastorale sociale. Alla riunione oltre ai quattro membri
della Presidenza prendono parte numerosi vescovi responsabili di Commissioni episcopali
che hanno la responsabilità di settori pastorali come fede e cultura, ministeri e
vita consacrata, educazione cattolica, vita e famiglia, ecc. I presuli analizzeranno
con ottica ecclesiale temi di grandi importanza, a cominciare dall’andamento della
Missione continentale e dall’ultima fase dell’Anno sacerdotale che si chiuderà nel
mese di giugno. Altre due materie fondamentali da valutare alla luce degli insegnamenti
della dottrina sociale della Chiesa sono da una parte la lotta contro la povertà e
l’esclusione sociale che impegna i vescovi argentini da molti anni e, dall’altra parte,
la condizione di migliaia di giovani che non lavorano e neanche studiano. Si tratta
di un fenomeno che coinvolgerebbe almeno 900 mila giovani e ciò è ritenuto, da più
parti, una lacerazione del tessuto sociale e un’ipoteca per il futuro dell’Argentina.
(A cura di Luis Badilla)