India: i vescovi accanto ai dalit cristiani e islamici per la parità dei diritti
La Chiesa indiana è accanto ai dalit, come sempre è dalla parte dei poveri e degli
emarginati. A ribadirlo è l’arcivescovo di Agra, nonché neosegretario della Conferenza
episcopale indiana, mons. Albert D’Souza, che lancia un appello a tutti gli Stati
indiani, al governo federale, alle istituzioni, ai funzionari pubblici e alla polizia
per il rispetto dei leader religiosi impegnati sul fronte dei diritti umani, in seguito
all’increscioso episodio avvenuto il 5 marzo scorso. Quel giorno, quattro vescovi
del Tamil Nadu, nell’India meridionale, assieme a migliaia di fedeli stavano manifestando
con una marcia pacifica a favore dei dalit cristiani, la categoria più in basso nel
sistema delle caste indiano, esclusa dalle quote riservate ai dalit di religione indù
nei campi dell’istruzione e del lavoro. I dalit cristiani, infatti, rifiutano il sistema
delle caste e per questo ne sono tenuti ai margini. La protesta è stata interrotta
dalla polizia, che ha trattenuto per alcune ore sia i vescovi che molti fedeli. “Quella
dei dalit cristiani è una questione rilevante a livello umano e democratico – nota
ancora, intervistato dalla Fides, mons. D’Souza – la Chiesa è al loro fianco per affermarne
la dignità e i diritti”. In particolare, la Chiesa del Tamil Nadu chiede al governo
di seguire un documento elaborato dalla Commissione Raganath Misra che estenderebbe
i diritti riservati ai dalit di religione indù a quelli di fede cristiana e islamica.
(R.B.)