2010-03-06 15:22:34

Iraq. Attentato alla vigilia delle elezioni: 4 morti


È salito a quattro morti e una cinquantina di feriti il bilancio dell'attentato con un'autobomba compiuto stamani contro pellegrini iraniani nella città santà sciita di Najaf, in Iraq. Sembra ci siano tra i feriti 37 iraniani e 17 iracheni. L'esplosione è avvenuta vicino al mausoleo dell'imam Ali, che ogni anno attira milioni di pellegrini sciiti iracheni e iraniani. Ma è solo l’ennesimo attentato nella serie di attacchi che hanno segnato il periodo preelettorale. Sul voto di domani in Iraq il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

 
Sono 19 milioni gli elettori chiamati alle urne per le seconde elezioni politiche nel Paese dall'intervento statunitense nel 2003. Le votazioni per i cittadini iracheni all’estero sono state organizzate in 16 Paesi da ieri. Votazioni speciali si sono svolte il 4 per categorie particolari (forze di sicurezza irachene, detenuti, ospedali). Come per altri appuntamenti con le urne, si è arrivati alla vigilia in un crescendo di episodi di violenza, tra cui, oggi la strage a Najaf, giovedì scorso l’eccidio di 32 persone a Baquba. Al Qaeda ha proclamato un “coprifuoco” per il giorno delle elezioni, in tutto l'Iraq e in particolare nelle zone sunnite”, minacciando chi non lo rispetti. Oltre mille famiglie cristiane hanno lasciato Mossul negli ultimi dieci giorni, impaurite come altre minoranze. Intanto, il giorno prima del voto, parla di futuro il presidente della Repubblica irachena, il curdo Talabani: prevede che il futuro governo non sarà “di unità nazionale”, ma sarà “di maggioranza”. La Costituzione irachena dell'era post-Saddam prevede che il presidente della Repubblica sia nominato dal neoeletto parlamento, che uscirà dalle urne domani. Resta da dire che sono quasi duemila le candidate donne accanto agli oltre 4.200 colleghi uomini. In base alla Costituzione elaborata sotto la supervisione americana, il 25 per cento dei seggi del parlamento e delle liste elettorali deve essere riservato alle donne.

 
Iran: appello dei moderati per salvare oppositore ventenne
In Iran, i gruppi moderati si mobilitano per salvare la vita a un giovane oppositore del governo condannato anche in appello. Intanto, al figlio del moderato Karrubi viene ritirato il passaporto. Il servizio di Federico Catani:RealAudioMP3

Ambienti riformisti e leader religiosi moderati iraniani si stanno mobilitando per salvare la vita di un oppositore di 20 anni, Mohammad Amin Valian. Il giovane è stato condannato a morte come “Mohareb”, cioè “nemico di Dio”, perché avrebbe lanciato alcune pietre contro le forze di sicurezza durante le manifestazioni dell’opposizione del 27 dicembre scorso. La pena capitale è stata recentemente confermata in appello e quindi il ragazzo potrebbe essere impiccato da un momento all’altro. Intanto, le autorità iraniane hanno impedito l’espatrio ad un figlio di Mehdi Karrubi, uno dei leader dell’opposizione. Il figlio di Karrubi, docente universitario, avrebbe dovuto recarsi in Gran Bretagna, ma all’aeroporto di Teheran si è visto ritirare il passaporto. E c’è poi il caso di sei donne arrestate fra gennaio e febbraio per il loro sostegno all’associazione delle “Madri in lutto”, i cui figli sono stati uccisi o sono scomparsi nella repressione seguita alle proteste sorte dopo la rielezione di Ahmadinejad. L’organizzazione internazionale Human Rights Watch ne chiede il rilascio.

 
Afghanistan: nuovi attentati talebani. Illesa l’ex presidente della Camera
L’ex vicepresidente della Camera afghana, Fozia Kofi, è sfuggita oggi ad un attentato mentre stava viaggiando sulla sua auto fra Kabul e Jalalabad. La Kofi, celebre per la sua battaglia a favore dei diritti delle donne, è rimasta illesa, mentre due sue guardie del corpo sono state ferite. L’attentato è stato rivendicato per telefono dal portavoce dei talebani Mujahid. Ieri, invece, due soldati dell’esercito afghano sono stati uccisi vicino Marjah, mentre un membro della forza Isaf è morto per lo scoppio di un ordigno dei talebani, sempre nel sud dell’Afghanistan.

Pakistan: ucciso esponente dell’opposizione
Aziz Imrani, responsabile locale della Lega musulmana del Pakistan, guidata dal leader di opposizione Sharif Nawaz, è stato ucciso oggi a Khuzdar, capoluogo dell’omonimo distretto del Balochistan pakistano. Secondo una ricostruzione dell’attacco, Imrani viaggiava insieme a tre guardie del corpo, che sono rimaste gravemente ferite.

L’inviato Usa Mitchell in Medio Oriente per preparare la visita di Joe Biden
George Mitchell, inviato di Barack Obama per il Medio Oriente, giungerà questa sera nella regione in preparazione della visita del vicepresidente americano, Joe Biden, la settimana prossima. Un nuovo tour diplomatico per l’emissario statunitense, che giunge in un momento particolarmente delicato dopo gli scontri di ieri a Gerusalemme. Si riuscirà a far partire il dialogo israelo-palestinese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Ennio Di Nolfo, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Firenze:RealAudioMP3

R. - Apparentemente sì, sostanzialmente credo di no: questo perché c’è una situazione contestuale di tutta una regione piena di interrogativi, che condiziona lo stesso andamento del rapporto tra israeliani e i palestinesi.

 
D. – Sull’esito di questa ripresa dei negoziati indiretti, né israeliani né i palestinesi si fanno illusioni. Questo clima di sfiducia non rischia di far fallire questo ulteriore tentativo della Casa Bianca?

 
R. – Il clima di sfiducia prelude al cambiamento di umori, perché quando arrivano gli inviati della Casa Bianca di solito si tende a ragionare, quindi non è necessariamente un presagio negativo. Tuttavia, è evidente che la situazione non è tale da incoraggiare le speranze di chi vuole una conclusione felice del processo di pace.

 
D. – Le violenze dei giorni scorsi la dicono lunga sullo stato di tensione che c’è tra israeliani e palestinesi in questo momento. Quali sono le carte che giocherà Obama?

 
R. – Giocherà la carta del cercare di bloccare, con qualche incremento degli aiuti a Gaza, la posizione dei palestinesi e con rassicurazioni agli israeliani in relazione alla questione nucleare iraniana.

 
D. – L’alto rappresentante della Politica estera dell’Unione Europea, Katerine Aschton, è pronta a recarsi anche in missione a Gaza nell’ambito di una visita in Medio Oriente prevista il 17 Marzo. Ci potrebbero essere delle mosse europee per sbloccare la situazione secondo lei?

 
R. – A mio parere, delle mosse europee sono necessarie. Il punto critico sta in chi fa queste mosse. La Aschton ha dichiarato - quando è stata nominata rappresentate della Politica estera dell’Unione Europea - che avrebbe studiato i temi aperti dinanzi a lei. Spero che abbia studiato abbastanza bene e abbastanza profondamente una questione sulla quale hanno perso la testa e prestigio decine di uomini politici.

 
Somalia: forze Usa in aiuto al governo contro i terroristi
Secondo il New York Times, le Forze speciali americane sono pronte ad assistere il governo somalo nell’offensiva tesa a riprendere il controllo di Mogadiscio e a scacciare la milizia islamista Shaabab, legata ad Al Qaeda. Il radicamento di gruppi guerriglieri si è fatto più forte nel Paese ed il Corno d’Africa appare ogni giorno che passa come il nuovo fronte della lotta al terrorismo.

Italia, ieri il decreto del governo sulla questione delle liste elettorali
In Italia, sta provocando forti polemiche politiche il decreto interpretativo approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri che ha sanato di fatto l’intricata situazione delle liste del Pdl nelle regioni Lazio e Lombardia. Le polemiche toccano anche il capo dello Stato Napolitano, che in nottata aveva firmato il provvedimento. La parola ora alla magistratura amministrativa. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

È attesa in giornata la decisione del Tar della Lombardia chiamato ad esaminare il ricorso presentato dalla "Lista per Formigoni", che era stata esclusa dal voto per irregolarità nella raccolta di firme. Lunedì prossimo, invece, la sentenza del Tar del Lazio relativa alla lista del Pdl di Roma e Provincia, che era stata presentata oltre i termini consentiti. Saranno queste le risposte della magistratura amministrativa al decreto interpretativo approvato nella tarda serata di ieri dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento, ha spiegato il ministro dell’Interno Maroni, che non modifica la legge elettorale e non riapre alcun termine, ma offre l’interpretazione autentica di alcune norme. Dunque, un decreto non innovativo, nel rispetto della condizione posta al premier dal capo dello Stato, Napolitano. Il quale ieri sera ha emanato il provvedimento destinato a consentire lo svolgimento regolare delle consultazioni elettorali. Berlusconi commenta soddisfatto la collaborazione tra istituzioni su questa delicata vicenda. Ma dall’opposizione arrivano critiche durissime. Per la radicale, Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio, il decreto è incostituzionale. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, parla di un trucco e ribadisce il "no" del suo partito a scorciatoie. Per il Pd, comunque, il Quirinale non poteva opporsi al decreto. La pensa diversamente il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che attacca Napolitano: se è vero che ha partecipato alla stesura del decreto, afferma Di Pietro, non sarebbe più un arbitro super partes e bisognerebbe valutare se esistono gli estremi per l’impeachment. Di Pietro invoca la piazza e l’appello è raccolto dal cosiddetto Popolo viola, che ha manifestato nella notte davanti al Quirinale e questa mattina in piazza Montecitorio. La posizione di Di Pietro è giudicata indecente dal Pdl. E i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, sono intervenuti con forti parole a sostegno del Capo dello Stato.

 
Islanda: referendum sul risarcimento a Gran Bretagna e Paesi Bassi
Urne aperte oggi in Islanda. La popolazione è chiamata ad esprimersi nel referendum sui rimborsi per le perdite causate ai risparmiatori di Gran Bretagna ed Olanda, che avevano versato i loro soldi sui conti della banca online islandese Icesave, fallita dopo il crack finanziario subito da tutto il Paese. A indire la consultazione elettorale è stato, nel gennaio scorso, il presidente della Repubblica, Grimsson, in seguito alle proteste con cui i cittadini hanno accolto il varo, da parte del parlamento, della legge con cui l’Islanda si impegnava a restituire, fino al 2014, circa 5 miliardi di euro, anticipati dalle autorità inglesi ed olandesi agli oltre 300 mila loro cittadini clienti della Icesave. Le previsioni della vigilia danno il “no” in netto vantaggio, anche perché i contribuenti islandesi non vedono la ragione di indebitarsi per un fallimento la cui responsabilità non è loro, ma di un gruppo di banchieri spregiudicati. Il risultato di una simile scelta, però, potrebbe compromettere l’ingresso dell’Islanda nell’Unione Europea, chiesto dal Paese dopo lo scoppio della crisi finanziaria.

Arresto Ganic: Londra nega motivazione politica
Il governo britannico ha escluso qualsiasi motivazione politica dietro all’arresto a Londra di Ejup Ganic, già membro della presidenza collegiale bosniaca durante la guerra del 1992-1995. Ganic è stato arrestato su un mandato di cattura emesso da Belgrado. La Serbia lo accusa, insieme ad altri 18 ex dirigenti bosniaci, della morte di alcuni militari di Belgrado, il 3 maggio 1992. La precisazione del governo inglese è arrivata dopo che ieri circa 2.500 persone hanno protestato a Sarajevo davanti alle ambasciate britannica e serba, chiedendo la liberazione di Ganic. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 65

 
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