Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa terza Domenica di Quaresima la liturgia ci presenta il passo del Vangelo
in cui Gesù, prendendo spunto da alcuni drammatici fatti di cronaca – dei galilei
fatti uccidere da Pilato e 18 persone morte nel crollo di una torre – invita tutti
a convertirsi senza indugi con queste parole:
“Credete che quei Galilei
fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico,
ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il padre carmelitano Bruno Secondin, professore
di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Non rimandare
a un “domani” vago la verifica sincera: non vivere nell’illusione che tanto Dio può
“attendere”. Questa non è fede, è prendersi gioco di Dio. Una conversione senza difese,
senza alibi comodi, per tutti, sempre, non solo nelle disgrazie o nelle circostanze
speciali. Questo chiede Gesù, mettendoci in guardia dalla sicurezza di sentirci a
posto, perché non ci capitano disgrazie. Sarebbe presunzione.
Un
cuore duro e ostinato nella propria autocertificazione di essere a posto è pericoloso.
“Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere”, aggiunge Paolo in questa stessa
domenica. Perché l’ipocrisia di sentirsi a posto è un tarlo pericoloso. I giorni rotolano
via senza impegno, e si sgretola da dentro l’autenticità, vivendo di sola comparsa.
E poi all’improvviso scoppia tutto come un bubbone: e non c’è più rimedio, ma solo
spavento e scandalo. Quante esistenze false e vuote ci sono attorno a noi! La nostra
“conversione” sappia diffondere valori nuovi.