Pakistan: ancora false accuse di blasfemia contro la comunità cristiana
Da tempo la chiesa cattolica in Pakistan segnala abusi e strumentalizzazioni della
legge sulla blasfemia: un altro caso avvenuto nei giorni scorsi nel distretto di Gujranwala
(in Punjab) conferma questa prassi. Una donna cristiana di 34 anni, Gulzar Kanwal,
proprietaria di un negozio di cosmetici nel villaggio di Wandu, è stata accusata di
blasfemia da un gruppo di musulmani che l’hanno insultata, minacciata e hanno cercato
di percuoterla. Gli stessi musulmani commerciati della zona, più volte le avevano
chiesto in passato di vendere il locale e cedere l’esercizio commerciale. Al rifiuto
della donna, hanno montato una falsa accusa di blasfemia, inscenando una protesta
plateale davanti al negozio di Gunwar Kanwal il primo marzo scorso. La polizia, allertata
da altri cristiani, è giunta sul posto e ha evitato che la situazione degenerasse.
Gulzar Kanwal è stata comunque fermata per alcune ore dagli agenti, che hanno verificato
l’innocenza della donna, vittima di accuse infondate. La donna è stata poi rilasciata.
Non è il primo caso di tal genere. “La legge - spiega una fonte cattolica di Fides
in Pakistan - viene di continuo abusata per colpire i cristiani in normali controversie.
Ora le comunità cristiane del distretto devono essere molto prudenti, perché potrebbero
esserci reazioni di gruppi musulmani radicali, che spesso cercano pretesti per scatenare
la violenza”. L’episodio riporta all’attenzione lo status e le discriminazioni subite
dalle minoranze religiose non islamiche in Pakistan, spesso ignorate a livello politico
e dalle autorità civili. Di recente Farooq Hamid Naek, presidente del Senato federale
ed ex Ministro della Giustizia, ha dichiarato che “le minoranze in Pakistan godono
di pieni diritti civili e pari opportunità”. Come riferiscono fonti locali, la comunità
cristiana nel Paese ha contestato questa affermazione, ricordando che “20 milioni
di pakistani non musulmani si sentono cittadini di seconda classe”. Alcuni articoli
della Costituzione e del Codice penale (la cosiddetta “legge sulla blasfemia”) di
taglio spiccatamente islamico e le aperte discriminazioni nella pubblica amministrazione
confermano “in modo indiscutibile la difficile condizione e la palese emarginazione
delle minoranze religiose in Pakistan”. (A.L.)