2010-03-05 15:01:00

Il patriarca copto-cattolico di Alessandria: “in Medio Oriente ci sarà sempre posto per i cristiani”


“Nel futuro del Medio Oriente ci sarà sempre posto per il cristianesimo”. Lo ha ribadito Antonios Naguib, patriarca di Alessandria della Chiesa copto cattolica, nel corso di un incontro con la delegazione dell’Agorà dei giovani del Mediterraneo, guidata da don Francesco Pierpaoli del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, in questi giorni in Egitto per una visita alle comunità cristiane locali. “Non sono momenti facili per noi – ha affermato il patriarca - ma credo che la situazione delle minoranze sia uguale in ogni parte del mondo. Abbiamo passato periodi peggiori e credo che faremo sempre parte di questa terra, in cui affondano le nostre radici”. Secondo il patriarca è necessario, però, far fronte al fanatismo “attraverso politiche di cooperazione, promosse anche dalla stessa Ue, il dialogo e la conoscenza reciproca, a partire dai giovani, con progetti come questo dell’Agorà”. Anche il prossimo Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, in ottobre, “potrà dare nuovo slancio alle Chiese della regione e dare nuovo impulso a tutti gli aspetti del dialogo, sia tra Chiese cattoliche locali, ma anche con ortodossi e islam”. Don Santiago Devì, consigliere del nunzio apostolico in Egitto, mons. Michael Fitzgerald, ha poi affermato che una delle urgenze in Egitto è quella di “sostenere la Chiesa copta che vive in una situazione difficile”. La strage di cristiani di Nag Hammadi - ha detto don Santiago Devì le cui parole sono state riprese dal Sir - è stata “un atto di violenza premeditato, spinto piuttosto da motivazioni politiche in cui la religione è stata una scusante”. Si è trattato di “attacchi tesi a destabilizzare il Paese, provocando lo scontro con le minoranze”. Non esistendo leggi che regolamentano il culto - ha spiegato mons. Devì - non si può parlare “di persecuzione religiosa, ma di discriminazione.” E’ dunque importante che “anche la comunità internazionale assuma una posizione di fronte a questi fatti, rendendosi conto di qual è la situazione in Egitto”. (A.L.)







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