Pakistan: attacco xenofobo contro un scuola dei salesiani in Beluchistan
I salesiani di Quetta, nella regione del Beluchistan – territorio al confine con l’Afghanistan
– sono ancora traumatizzati dall’attacco xenofobo che ha colpito il loro Centro scolastico.
Come l’agenzia Fides apprende dai missionari impegnati in loco, la violenta aggressione
è avvenuta circa un mese fa (il 6 febbraio), ma ha lasciato tracce che ancora oggi
si fanno sentire: uno dei religiosi salesiani, che ha subito un grave trauma psicologico,
ha dovuto lasciare temporaneamente il Paese, mentre tutti gli altri religiosi, per
paura di ulteriori attacchi e per tutelare la loro incolumità, ogni notte si rifugiano
nella sede della Prefettura apostolica di Quetta, che gode di maggiore protezione.
Almeno 8 uomini armati hanno attaccato all’improvviso il Centro scolastico, saccheggiandolo
e minacciando fortemente il personale religioso con frasi intimidatorie come: “Non
vogliamo stranieri qui. Andatevene, o sarà peggio per voi”. Non è accertato se si
trattasse di fondamentalisti islamici dell'Esercito di Liberazione del Beluchistan
(un gruppo indipendentista che imperversa nella regione) o se fossero semplici criminali.
“Certo, è un atto molto grave, che ci lascia sgomenti”, commenta padre Eric Englet,
direttore di "Missio Muenchen”, istituzione tedesca che sostiene i progetti dei salesiani
a Quetta: “Siamo molto preoccupati per questo atto xenofobo. I salesiani operano per
l’istruzione di bambini cristiani e musulmani, in un territorio che registra un tasso
di analfabetismo pari al 70%. La loro opera di formazione culturale e professionale
ha un’importanza decisiva per lo sviluppo”, nota padre Englet. Il responsabile del
Centro dei salesiani, padre Peter Zago, e altri collaboratori stranieri continuano
a lavorare, tenendo in funzione la scuola con l’aiuto di insegnanti locali, ma non
nascondono i loro timori e prevedono di aumentare le misure di sicurezza. Secondo
padre Zago, “a causa dell’analfabetismo imperante, la regione è particolarmente ricettiva
alla propaganda fondamentalista islamica. Il fatto che ci occupiamo dei bambini più
poveri, senza alcuna discriminazione fra cristiani e musulmani, finora era stata una
garanzia per la nostra sicurezza”, spiega il religioso. Il Centro comprende una casa
di accoglienza per 50 ragazzi e una scuola con 60 insegnanti per 1.300 bambini. Svolge
anche programmi di assistenza per consentire alle ragazze di famiglie povere l'accesso
all'istruzione e alla formazione professionale. I salesiani lavorano a Quetta dal
1998, portando il loro carisma e il loro impegno soprattutto nel campo della formazione
scolastica e professionale. (R.P.)