Iraq: la Chiesa siro-ortodossa chiede che lo Stato fermi i "carnefici dei cristiani”
Un nuovo straziante appello a fermare il massacro dei cristiani in Iraq è stato lanciato
da Sua Santità Moran Mar Ignatius Zakka I Iwas, Patriarca d’Antiochia e di tutto l’Oriente,
nonché capo supremo della Chiesa siro ortodossa universale. Nella nota pubblicata
sul sito web del patriarcato, la cui sede si trova a Damasco, in Siria, il patriarca
esorta “i Capi di tutti i Paesi arabi e la Lega Araba, le Nazioni Unite e i governanti
del mondo affinché sradichino il terrorismo e gli abusi che stanno insanguinando i
cristiani dell'Iraq”. “Con grande dolore e pena – si legge ancora nel testo ripreso
dalla Zenit – seguiamo quanto sta accadendo in Iraq e specialmente ai cristiani dell'Iraq
vittime di persecuzioni, uccisioni, saccheggi, rapimenti e atti sacrileghi: sembra
che il diavolo abbia arruolato questi uomini per diffondere il caos nel Paese e tra
la gente”. “Non sappiamo – continua la lettera – perché coloro che sono stati sempre
fedeli alla loro patria e attaccati all'eredità del loro amato Iraq prendano ora di
mira i cristiani”. Con lo stesso vigore il religioso sottolinea poi che “questi comportamenti
disumani sono lontanissimi dalla religione”. “Sfortunatamente – precisa –, questi
criminali compiono i loro atti in nome della religione ma l'Islam è completamente
estraneo ad essi”. Il capo della Chiesa siro ortodossa si interroga quindi sulle possibili
ragioni all'origine delle violenze: “Vi è forse un complotto per svuotare l'Iraq dai
cristiani che sono autoctoni di quel Paese? Oppure vi sono progetti sponsorizzati
da mani sconosciute che alcuni chiamano un giorno sionismo e l'altro faida o magari
da un gruppo di fuorilegge che ha come religione gli abusi ai danni degli altri?”.
“Non c'è niente che ci convinca sul perché lo Stato non sia in grado di arrestare
e di dare la giusta punizione a questi ribelli e fuorilegge, che sono lontani dai
principi propri della religione, del potere, dello Stato, della legge e dell'umanità”,
continua la lettera. “Questo ci fa dubitare delle intenzioni dei responsabili ai quali
chiediamo individualmente e collettivamente di ottenere giustizia per gli oppressi
– conclude il patriarca - perché non possiamo vedere i nostri figli innocenti mentre
vengono sgozzati, uccisi, saccheggiati senza che nessuno vi ponga fine”. (M.G.)