A Bartolomeo I il "Premio Poupard" per l'impegno nella salvaguardia del creato
Una grande figura, "che suscita ammirazione per la vastità della sua azione e la pertinenza
dei suoi interventi, sia nel campo ecclesiale, e specialmente ecumenico, sia nell'impegno
decisivo per la salvaguardia del creato". Il cardinale Paul Poupard, presidente emerito
del Pontificio consiglio della cultura e del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso,
spiega con queste parole all’Osservatore Romano l'assegnazione del premio, che porta
il suo nome, al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, proprio per l'impegno da lui profuso
"per la salvaguardia del creato". Un premio che vuole contribuire "a far meglio conoscere
la sua azione esemplare" in questo campo. La cerimonia di consegna si svolgerà oggi
nel Principato di Monaco. Nel suo discorso - secondo un'anticipazione fornita dal
quotidiano della Santa Sede - il cardinale Poupard ricorda i simposi organizzati da
Bartolomeo da un quindicennio sotto il titolo "Religione, scienza e ambiente", con
il concorso multiculturale e interdisciplinare di scienziati, teologi. In particolare
il porporato sottolinea l'importanza della Dichiarazione congiunta firmata dal patriarca
nel Palazzo ducale a Venezia il 10 giugno 2002 mentre Giovanni Paolo II era collegato
dal Vaticano. A otto anni di distanza, il Premio cardinale Paul Poupard si iscrive
nella stessa prospettiva del Mediterraneo "matrice di civiltà". Dal mar Baltico all'Amazzonia,
dall'Artico al continente americano, e prossimamente nel cuore dell'Africa, sul lago
Vittoria, tra Tanzania, Uganda e Kenya, Bartolomeo è "infaticabile" nella sua missione
- scrive Poupard - che ricorda il recente simposio "Religione, scienza e ambiente"
portato sul grande fiume Mississippi e la visita a New Orleans, in Louisiana. Con
la convinzione fondamentale che "salvare il pianeta è un dovere di ogni uomo, che
implica un vero rinnovamento culturale nell'espressione di una solidarietà nuova tra
il Creatore, le creature e il creato". (M.G.)