Usa: “fermo dissenso” dei vescovi del Maryland con il procuratore dello Stato sui
matrimoni gay
I vescovi del Maryland hanno espresso, in una nota, il loro “fermo dissenso” con il
parere giurisprudenziale del Procuratore Generale Douglas Gansler secondo il quale
le amministrazioni dello Stato dovrebbero riconoscere i matrimoni omosessuali contratti
in altri Stati dove sono legali. Il Maryland è uno dei 41 Stati dell’Unione che definisce
esplicitamente il matrimonio quale unione tra un uomo e una donna e vari tentativi
di modificare la legislazione in materia non sono sinora andati a buon fine. Anche
se non vincolante il parere espresso dal Procuratore potrebbe tuttavia avere qualche
riflesso sull’operato delle amministrazioni pubbliche dello Stato. Di qui la dura
reazione dei vescovi: “Confidiamo che anche i nostri legislatori e il popolo del Maryland
si opporranno e agiranno di conseguenza per contrastare tale giudizio”, si legge nella
dichiarazione della Conferenza cattolica del Maryland ripresa dall’agenzia Cns. Nella
nota i presuli ricordano che l’Assemblea legislativa statale ha "ripetutamente ed
esplicitamente confermato la definizione tradizionale del matrimonio quale unione
tra un uomo e una donna, anche se ha riconosciuto alcuni limitati benefici alle coppie
dello stesso sesso". A loro giudizio, il parere del Procuratore Gansler arreca un
grave vulnus “all’istituzione fondante della nostra società” e denota “un disprezzo
di fondo per la natura e lo scopo del matrimonio e il suo ruolo sulla società, così
come per la volontà espressa dai legislatori e i pareri dei precedenti titolari della
Procura Generale” Di qui l’esortazione ai legislatori, al Governatore e ai giudici
a difendere la definizione tradizionale di matrimonio, con tutti i mezzi del caso,
poiché, scrivono, “non si tratta di una mera questione di fede religiosa o di una
semplice istituzione creata dalle autorità civili”, ma di tutelare il fondamento stesso
della società. (L.Z.)