2010-03-02 15:37:04

Sud Corea: delusione dei vescovi per la sentenza costituzionale sulla pena di morte


La legge sulla pena di morte in Corea del Sud non è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale del Paese, vanificando le speranze degli abolizionisti che ora puntano sull’abrogazione per legge della pena capitale. Per l’incostituzionalità si sono pronunciati cinque dei giudici sui nove della suprema Corte, contro i sei necessari. Secondo il dispositivo della sentenza “la pena capitale non può essere considerata come una violazione dei limiti posti dalla Costituzione che regola il valore e la dignità degli esseri umani”. Grande disappunto per la decisione è stato espresso dai vescovi sud-coreani, da sempre in prima linea su questo fronte. Il presidente della Commissione esecutiva per l’abolizione della pena di morte della Conferenza episcopale John Kim Hyoung-tae ha parlato di “una decisione retrograda e controcorrente” rispetto alle tendenze oggi prevalenti nel mondo. Come ha infatti ricordato all’agenzia Ucan, “attualmente 139 Paesi hanno abolito per legge o di fatto la pena capitale e ad essi se ne stanno aggiungendo altri. Delusione per la sentenza è stata manifestata anche da mons. Boniface Choi Ki-san di Incheon, presidente della Commissione Giustizia e Pace dei vescovi coreani che ha espresso la speranza che il governo non usi la sentenza per riprendere le esecuzioni. “La Corte Costituzionale ha perso l’occasione per abolirla ora dobbiamo fare appello all’Assemblea Nazionale e continueremo la nostra battaglia”, ha detto il presule all’agenzia Ucan. In Corea del Sud l’ultima condanna a morte eseguita risale a più di 12 anni fa e per questo essa è considerata come un Paese abolizionista di fatto. Una proposta di legge per convertire la pena capitale in ergastolo è stata presentata all’Assemblea nazionale da 53 parlamentari. (L.Z.)







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