2010-03-01 15:17:01

La Commissione europea chiede ad Atene misure aggiuntive contro la crisi


La Commissione europea chiede ad Atene di stabilire misure aggiuntive contro la crisi economica. Intanto, il premier greco invita a contrastare la corruzione. Il servizio di Federico Catani: RealAudioMP3

Il commissario europeo, Olli Rehn, oggi ad Atene ha invitato il governo greco ad ''esaminare misure aggiuntive'' per far fronte alla crisi. Rehn, al termine di un incontro col ministro delle finanze, Papaconstantinou, ha assicurato che le difficolta' economiche saranno ''affrontate insieme'' da Atene e Bruxelles. Papaconstantinou da parte sua ha promesso che Atene ''farà tutto quanto necessario, incluse misure aggiuntive'' per ridurre il deficit e raggiungere gli obiettivi del piano di risanamento. In attesa del colloquio del commissario con il ministro delle finanze, Giorgio Papaconstantinou, la Borsa di Atene stamani ha aperto in forte rialzo. Intanto, il premier greco Papandreou chiede riforme per la giustizia greca e afferma che "è necessario sconfiggere la corruzione" per ridare fiducia ai cittadini e restituire credibilità internazionale al Paese. Oltre all'incontro con Papaconstantinou, colloquio anche con il premier Giorgio Papandreou, con il ministro del lavoro, Andreas Loverdos, e con il governatore della Banca Centrale, Giorgio Provopoulos.

 
L’Italia registra il Pil più basso dal 1971 e il debito pubblico sale al 115%
In Italia il dato del prodotto interno lordo (Pil) del 2009 (-5%) è il peggiore dal 1971, ovvero da quando sono cominciate le rilevazioni statistiche. Lo rileva l'Istat, sottolineando che nel 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito del 5%, come in Germania, Regno Unito e Giappone, ma peggio di Francia (-2,2%) e Usa (-2,4%). Nell’anno appena concluso, inoltre, in Italia il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 5,3%, mentre nell'anno precedente non aveva superato il 2,7%. Il debito pubblico è volato a quota 115,8% a fine anno. Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6%, dall'8,5% di dicembre 2009. Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio risulta pari a due milioni 144 mila, in crescita dello 0,2% (+5mila) rispetto al mese precedente e del 18,5% (+334 mila) rispetto a gennaio 2009.

Processo Mediaset, no del Tribunale al legittimo impedimento per Berlusconi
I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano, che giudicano sul processo per i diritti televisivi di Mediaset, non hanno concesso il legittimo impedimento a Silvio Berlusconi, impegnato oggi in un Consiglio dei ministri.

Rientrata la salma dell’agente italiano ucciso venerdì in Afghanistan
Un'esplosione, probabilmente frutto di un'autobomba, è avvenuta davanti ad un commissariato di Kandahar, capoluogo della omonima provincia dell'Afghanistan meridionale. È morto un ufficiale del principale commissariato di Kandahar, mentre almeno 17 persone sono rimaste ferite. In precedenza, un attacco di un kamikaze ad un convoglio militare congiunto afghano e internazionale aveva causato la morte di quattro civili e di un soldato straniero, oltre al ferimento di vari altri soldati. Oggi, intanto, è atterrato all'aeroporto militare italiano di Ciampino il C130 dell'Aeronautica con a bordo la salma del funzionario dei Servizi segreti, Pietro Antonio Colazzo, ucciso a Kabul venerdì scorso.

Pakistan, ennesimo attacco ad un’autobotte diretta in AfghanistanUn commando, presumibilmente di talebani, ha attaccato con armi automatiche e razzi alla periferia della città pakistana di Peshawar un'autobotte che trasportava carburante destinato alle truppe della Nato in Afghanistan, facendola esplodere. Circa l'80% dei rifornimenti destinati alle truppe della Nato e della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) passano per il Pakistan dove spesso gli automezzi sono obiettivo di operazioni dei talebani.

Al via a Vienna la prima riunione Aiea con il nuovo direttore Amano
A Vienna è iniziata oggi la riunione di quattro giorni del Consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia Atomica (Aiea). È la prima sotto l’egida del nuovo direttore dell’agenzia Onu, il giapponese Yukiya Amano, che ha dichiarato stamani che l'Iran si rifiuta di cooperare con l'Aiea sul suo controverso programma nucleare. Proprio la preoccupazione che Teheran possa produrre ordigni nucleari è il tema al centro degli incontri. Potrebbe emergere la richiesta di una quarta serie di sanzioni contro la Repubblica islamica al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ben diversa, dunque, la posizione del nuovo direttore, Amano, rispetto al suo predecessore, l’egiziano Al Baradei, che in questi anni ha portato avanti una politica di dialogo. Si può, dunque, davvero parlare di una nuova Aiea? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Giorgio Alba, di “Archivio Disarmo”:RealAudioMP3

R. – Non è un’Aiea che dipende dal direttore, dalle decisioni del direttore. E' un’Aiea che dipende da quali saranno le volontà dei singoli governi, Cina e Russia in particolare, di permettere all’Agenzia internazionale per l’energia atomica di trasformare la propria attività – un’attività di controllo e di mediazione – in una attività anche di verifica e di prevenzione di attività da parte della Repubblica islamica. La posizione di Amano cambia in base al diverso atteggiamento, alla minor volontà di cooperazione da parte dell’Iran, e soprattutto a ulteriori sviluppi dal punto di vista tecnico rispetto a ciò che l'Iran sta realizzando dal punto di vista dello sviluppo delle componenti nucleari.

 
D. – Quella delle sanzioni, dunque, è davvero l’unica via percorribile?

 
R. – Le sanzioni non sono l’obiettivo finale e non sono neanche probabilmente la soluzione: sono però il miglior mezzo che ha la comunità internazionale, a esclusione dei negoziati diplomatici. Finché l’Iran non vorrà accettare i negoziati diplomatici che prevedono trasparenza e rispetto degli obblighi, secondo i trattati internazionali, non sarà possibile fare altro che applicare sanzioni. Questo anche se le sanzioni sono state duramente criticate e sono un aspetto molto rischioso: deve essere valutato che tipo di sanzioni applicare e cosa si vuole ottenere con l’applicazione di tali sanzioni. Perché anche se le sanzioni fossero efficaci, qual è l’obiettivo che si pone la comunità internazionale? Quello di proibire all’Iran di sviluppare la tecnologia nucleare o quello di obbligare l’Iran ad accettare trasparenza e controlli nella sua attività nucleare? Nel primo caso, la comunità internazionale si troverebbe divisa, con i Paesi in via di sviluppo che vedono nella tecnologia nucleare una fonte di tecnologia che l’Occidente non vuole invece condividere. Nel secondo caso, si stabilirebbero delle regole internazionali su quello che si può fare e che non si può fare – secondo il diritto internazionale nel campo dell’energia nucleare – che non sono valide solo per l’Iran ma anche per la Siria per il Medio Oriente e fanno riferimento a quello che dice il Trattato di non proliferazione.

 
Altri due ufficiali arrestati in Turchia
Un tribunale di Istanbul ha incriminato ieri sera, disponendone l'incarcerazione, altri due ufficiali dell'esercito accusati di aver complottato nel 2003 per rovesciare il governo turco del Partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo (Akp). Lo riferiscono oggi i media turchi precisando che i due uomini, fermati nel corso dell'ondata di arresti effettuata venerdì in varie città del Paese, sono il colonnello Huseyin Ozcoban, comandante della gendarmeria della Città di Konya, nell'Anatolia centrale, ed il tenente colonnello, Yusuf Kelleli.

Ucraina, mercoledì il parlamento sul voto di sfiducia voluto dalla Timoshenko
Sarà esaminato mercoledì prossimo il voto di sfiducia nei confronti del governo della premier filo occidentale, Iulia Timoshenko. Lo ha reso noto la presidenza del parlamento (Rada) dopo un incontro con i vari gruppi, come riferiscono le agenzie ucraine. L'annuncio è stato dato in coincidenza con la visita a Bruxelles del nuovo presidente ucraino, il filorusso Viktor Ianukovich. È stato il suo Partito delle regioni a presentare nei giorni scorsi la mozione di sfiducia: segno che Ianukovich conta di avere i numeri per una nuova maggioranza parlamentare.

Tagikistan, l’Osce denuncia gravi irregolarità nelle elezioni
Le elezioni parlamentari di ieri in Tagikistan non hanno rispettato gli standard democratici e sono state caratterizzate da “gravi irregolarita”': è il giudizio della missione di osservatori dell'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. La Commissione elettorale del Paese ha annunciato che il partito del presidente tagiko, Emomali Rakhmon, ha vinto le elezioni parlamentari di ieri con il 71,7% dei voti. Finora, il Tagikistan, la più povera delle ex Repubbliche sovietiche, non ha mai tenuto elezioni riconosciute democratiche dagli osservatori occidentali.

Riaperta la frontiera terrestre tra Russia e Georgia
Russia e Georgia hanno riaperto la loro frontiera terrestre, chiusa dal 2006. Il posto di frontiera denominato in Russia "Verkhni Lars" e in Georgia "Gola di Darial" è stato riaperto alle 7 locali, le 4 in Italia. La riapertura della frontiera terrestre è un segno di disgelo fra i due Paesi, dopo la guerra dell'agosto 2008.

Karadzic in aula per la ripresa del processo per genocidio
L'ex leader serbo-bosniaco, Radovan Karadzic, 64 anni, si è presentato per la prima volta in aula per la ripresa del processo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità a suo carico in corso al Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (Tpi). Il processo è ripreso questa mattina dopo una pausa di un paio di mesi decisa per dare all'imputato, che finora ha boicottato il dibattimento, il tempo di organizzare la sua difesa. L'ex leader serbo-bosniaco si è presentato come il difensore del popolo serbo di Bosnia, che si è battuto per una causa giusta e sacra”, e come il difensore “della grandiosità di una piccola nazione in Bosnia-Erzegovina che ha dovuto soffrire durante 500 anni”.

Ad Haiti le inondazioni uccidono 13 persone
Tredici persone sono rimaste uccise ad Haiti sabato scorso, 27 febbraio, a causa delle inondazioni provocate dalle forti piogge che si sono rovesciate sul sudovest del Paese. Lo ha reso noto ieri sera la Protezione civile nella capitale Port-au-Prince. Almeno tre persone sono disperse. Gli sfollati sono tremila e hanno bisogno di cibo e acqua potabile. Le inondazioni hanno ulteriormente peggiorato la situazione di un Paese poverissimo e devastato dal terremoto del 12 gennaio scorso, che ha fatto 222.500 morti e più di un milione di senza tetto. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 60

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