Cile: per l'arcivescovo di Concepciòn la situazione è molto grave, ma la gente sta
reagendo con coraggio e senso di solidarietà
“Ascoltiamo e vediamo in ogni istante il dolore della gente. La disperazione serpeggia
ovunque. Ciò nonostante vediamo un forza d'animo impressionante. In mezzo a tanta
tragedia tutti sono disponibili ad aiutare l’altro”. Così, con queste parole, ieri
sera l’arcivescovo della Città di Concepciòn mons. Ricardo Ezzati, ha descritto alla
radio “Cooperativa” della capitale cilena per la prima volta la situazione della sua
città, dove il terremoto di sabato sembra aver colpito più duramente. L’arcivescovo,
interpellato sui casi di saccheggio e furto è stato categorico ed esemplare: “Si deve
tendere la mano per aiutare e non per rubare”. Questi fatti deplorevoli, ha aggiunto,
“sono una sorta di terremoto nel terremoto” e si deve fare di tutto “per fermare un
tale malcostume”. “Ci domandiamo - ha osservato il presule - dov’è la coscienza di
questa gente che ruba e saccheggia? La stragrande maggioranza della popolazione è
buona, ha piena coscienza della gravità di quanto ci è capitato e chiede con dignità
ciò di cui ha bisogno per affrontare l’emergenza. L’organizzazione dei soccorsi e
degli aiuti progressivamente è migliorata e già da ieri pomeriggio i risultati sono
molto visibili. Tra l’altro la gente è d’accordo con il coprifuoco notturno poiché
così si evitano atti di vandalismo”. D’altra parte mons. Ezzati ha rilevato che nel
futuro ci vorrà anche molta assistenza psicologica, umana, affettiva e spirituale
perché gli abitanti della città sono in condizioni psichiche molto precarie e a volte
con gravi lacerazioni interiori. Parlando della situazione materiale dell’arcidiocesi,
mons. Ezzati ha raccontato che “la realtà al momento è molto complessa e molte chiese
non esistono più. In molti casi non sono riuscito a comunicare con la parrocchie periferiche
e con quelle della regione costiera” colpita, inoltre, da un improvviso maremoto pochi
minuti dopo il sisma. (A cura di Luis Badilla)