Argentina: per la Chiesa il matrimonio omosessuale non è legale
Il cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Bergoglio, ha affermato in un comunicato
di respingere la decisione giudiziaria che autorizza il matrimonio tra due persone
dello stesso sesso e ha chiesto al governo della capitale, guidato da Mauricio Macri,
di ricorrere contro questa decisione del giudice Elena Liberatori. “La legislazione
civile argentina che ci regge, regola il matrimonio come entità civile composta da
un uomo e da una donna – si legge nel comunicato diffuso dal cardinale –. La decisione
di un giudice nel contenzioso amministrativo che permette un vincolo matrimoniale
tra persone dello stesso sesso è quindi contraria alla suddetta legislazione. Basandosi
sul fatto che da epoche ancestrali il matrimonio si intende come l'unione tra uomo
e donna, la sua riaffermazione non implica alcuna discriminazione”, aggiunge. “Visto
che il Potere Esecutivo della città autonoma di Buenos Aires è il garante della legalità
nella città, il capo del governo, attraverso il Pubblico Ministero, ha il dovere di
ricorrere di fronte a questa decisione”, termina il testo. Mauricio Macri era già
stato messo in discussione dal cardinale Bergoglio nel novembre scorso, quando il
capo del governo aveva reso pubblica, attraverso Facebook, la sua intenzione di non
ricorrere di fronte alla decisione del giudice Gabriela Seijas che aveva autorizzato
le nozze di Alex Freyre e José María Di Bello. La coppia non aveva poi potuto sposarsi
per una decisione contraria della Camera nazionale riguardo alle questioni civili,
ma ha finito per farlo a Ushuaia, nella Terra del Fuoco, nell'estremo sud del Paese,
il 28 dicembre scorso. Membri dell'entourage dell'arcivescovo hanno riferito al quotidiano
“La Nación”: “Il nostro atteggiamento non è religioso, discriminatorio o fondamentalista,
ma puramente legalista: è parte del compito pastorale difendere l'applicazione delle
leggi perché non si commetta un atto di ingiustizia nei confronti degli altri”. (R.P.)