Il vescovo di Chişinău: rispettare le minoranze cattoliche del Sud-est Europa
I presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa concludono oggi a Chişinău,
in Moldova, il loro 10.mo incontro dedicato alle difficili sfide che si trovano ad
affrontare le minoranze cattoliche nell’area europea sud-orientale. Domani sarà pubblicato
il comunicato finale. Partecipa ai lavori anche il vescovo di Chişinău,
mons. Anton Coşa. Marta Vertse lo ha intervistato:
R. – Vedo
che i vescovi si sono aperti, portando la testimonianza dei loro problemi che, a
dire la verità, sono parzialmente simili, ma hanno delle specificità. Comunque, quello
che noi abbiamo voluto fare qui non è risolvere i problemi, ma metterci insieme e
condividerli, pregare insieme e far sapere all’opinione pubblica che esistiamo e che
vogliamo fare del nostro meglio. Un vescovo ha detto che noi non dovremmo sentirci
più in minoranza, dovremmo sentirci normali cittadini e, a partire da qui, chiedere
a tutti di essere rispettati come tali.
D. – Con
quali passi concreti le Chiese locali possono aiutare l’integrazione della Moldavia
in Europa?
R. – Qui i politici vedono nella Chiesa
cattolica non una realtà da strumentalizzare, ma una realtà che diventa strumento
che facilita il dialogo, che fa capire persino la mentalità europea. Noi vogliamo
prima di tutto fare il nostro dovere e il nostro dovere è quello di poter predicare
Gesù Cristo, portare i principi del Vangelo nella società, perché ci siano valori
moralmente corretti e perché siano veramente rispettati i diritti di tutti e così
via.
D. – Eccellenza, lei in un’intervista ha parlato
dei problemi della Moldavia e ha menzionato fra i più importanti il fenomeno del traffico
degli esseri umani. Come si potrebbe arginare questo fenomeno preoccupante?
R.
– Questa realtà qui in Moldavia ormai è molto ben conosciuta. Devo dire che i politici
e il governo ci chiedono sempre un parere, ci chiedono anche una collaborazione per
fare prevenzione in questo campo. Le nostre strutture poi sono sempre aperte ad ogni
caso in cui si richiede di dare una mano. Oltre al fenomeno della tratta, c’è anche
quello della povertà; perché dove nasce questa realtà della tratta? Dalla povertà.
Dobbiamo stare anche molto attenti alle famiglie e per questo come Chiesa collaboriamo
per aiutare a risolvere i problemi. (Montaggio a cura di Maria Brigini)