2010-02-27 23:35:19

Terremoto in Cile: oltre 300 morti. Ridimensionato l'allarme tsunami


Sale di ora in ora il bilancio delle vittime accertate per il sisma di 8.8 gradi Richter, il quinto più forte mai registrato, che nella notte tra venerdì e sabato alle ore 3.34 locali (le 7.34 in Italia) ha colpito la costa del Cile provocando devastazioni e crolli. Si parla di almeno 300 morti. Epicentro del sisma nel mare a largo di Conception, da qui l’allarme tsunami in tutto il Pacifico, che tuttavia sembra ridimensionato. In Cile è stato dichiarato la stato di catastrofe, mentre la terra continua a tremare: un centinaio le scosse, anche di notevole entità, seguite alla prima. In allerta anche gli Stati confinanti come l’Argentina, scossa da un sisma di 6.3 gradi richter. Pronti gli aiuti per 3 milioni di euro dall’Ue e disponibilità anche dalla Casa Bianca. In Giappone le autorità hanno ordinato l'evacuazione di 300 mila persone sulle coste del nord per un eventuale arrivo di uno tsunami.

In queste ore le organizzazioni internazionali si stanno mobilitando per l'intervento in Cile. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente Massimo Barra presidente della Commissione Permanente della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale: RealAudioMP3

Il Cile, Paese che ha un’importante tradizione antisismica, sembra comunque preparato ad affrontare le conseguenze di un terremoto. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il collega cileno della nostra emittente Luis Badilla: RealAudioMP3

R. – Essendo un Paese in gran parte costruito in modo antisismico, proprio per la sua natura di Paese fortemente sismico, il bilancio non dovrebbe essere troppo pesante. Il Cile è poi un Paese molto esteso, e tranne nelle grandi città – cinque o sei – gran parte della popolazione vive in case di un piano. Non ci sono, ad eccezione della capitale e forse di Concepcion, dove è stato l’epicentro del sisma, di città con tanti grattacieli o palazzi, che alla fine intrappolano la gente. Ma quello che sembra evidente, anche dalle prime immagini che arrivano, è che i danni saranno ingenti, perché il terremoto e le successive scosse, abbastanza anomale dal punto di vista del grado, pare che abbiano coinvolto una superficie lunga duemila chilometri. Ecco perché, pur essendo l’epicentro in una specifica regione del Cile, a sud della capitale, il satellite della Nasa, secondo la Cnn, osserva onde anomale che viaggiano verso buona parte della costa pacifica, dalla California fino al Cile.
 
D. – Adesso a destare preoccupazione è proprio il possibile arrivo in diversi Paesi latino-americani di un’onda anomala. C’è per la popolazione il tempo di mettersi in salvo?
 
R. – Penso che ci sia il tempo per mettere in salvo gran parte della popolazione. Il Cile ha molte città costiere e hanno tutte vie di fuga abbastanza rapide e immediate. Se il governo si mobilita, si può evitare il peggio. Ma sono a rischio anche altri Paesi come il Perù, la Colombia, l’Ecuador, che hanno una “tradizione sismica” inferiore e sono meno preparati. 
Il Cile ha il triste primato del terremoto più forte mai registrato, quello di magnitudo 9,5 del maggio 1960, poi c’è stato questo di 8,8. Perché questi terremoti, con questa intensità? Ci risponde il dott. Alberto Michelini, funzionario della sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Amedeo Lomonaco:
 
R. – Tra la placca sudamericana e la placca di Nazca, che è nel Pacifico, è in opera una subduzione, una zona di raccorciamento crostale. E’ un margine di placca, dove si verificano terremoti. E’ una zona dove c’è una convergenza tra la placca di Nazca e quella sudamericana, che è abbastanza veloce. Si parla di quasi una decina di centimetri all’anno che si avvicinano alle due placche. Quindi c’è un’energia di deformazione che è energia elastica e si accumula; dopo si libera su diversi segmenti, che praticamente costeggiano longitudinalmente tutta la costa del Cile.







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