2010-02-26 15:20:04

La Chiesa pachistana: governo in letargo mentre i talebani eliminano le minoranze


Profonda indignazione della Chiesa cattolica in Pakistan per le condizioni delle minoranze religiose, sottoposte alla pressione dei talebani: l’arcivescovo mons. Lawrence Saldanha, presidente della Conferenza episcopale, ha firmato e inviato all’agenzia Fides un comunicato della “Commissione Giustizia e Pace” in cui si condanna “il letargo del governo” che lascia mano libera ai talebani “incoraggiando in tal modo l’imposizione della jazia (la tassa islamica richiesta ai non musulmani) da parte dei militanti integralisti”, nonchè “i sequestri a scopo di estorsione, gli omicidi mirati e il fenomeno degli sfollati interni”, che le minoranze religiose non musulmane subiscono in province come Punjab, Sindh, Provincia della Frontiera di Nordovest e Baluchistan. La Chiesa è intervenuta in seguito alle recenti violenze che hanno colpito le comunità sikh, ma che coinvolgono ampiamente i cristiani e gli indù: “Si tratta di violenze, crimini e gravi minacce alla libertà e ai diritti di proprietà, subite dalle minoranze religiose”, spiega l’arcivescovo. “Quelli avvenuti contro i sikh non sono episodi di violenza isolati, bensì frequenti ai danni dei credenti non musulmani. I governi locali delle province e il governo federale del Pakistan dovrebbero trattare questi incidenti come campanelli di allarme e adottare misure urgenti per prevenirli, assicurando la legalità e il pieno controllo della situazione”, nota l’arcivescovo. Se nella Provincia della Frontiera di Nordovest il bersaglio preferito dei talebani sono i sikh, “nelle province di Sindh e Baluchistan centinaia di credenti indù hanno perso le proprietà e anche la vita”, osserva mons. Saldanha, ricordando poi le vessazioni contro i cristiani nella valle di Swat e in molte altre aree. “La Chiesa cattolica chiede che la protezione delle minoranze diventi una priorità nell’agenda di governo”, dato che tali gruppi sono i più esposti alla violenza organizzata. Per questo, conclude l’arcivescovo “occorre agire per tutelare la sicurezza, eliminando anche “tutte le leggi discriminatorie” esistenti, come la legge sulla blasfemia, “per promuovere tolleranza armonia sociale in Pakistan”. (R.P.)







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