2010-02-26 11:35:41

Il dolore dei vescovi cubani per la morte del detenuto politico Zapata Tamayo


Dolore, sconcerto: con questi sentimenti i vescovi cubani hanno “appreso dalla stampa internazionale” la notizia della morte - dopo 85 giorni di sciopero della fame - di Orlando Zapata Tamayo, operaio 42enne, condannato a 36 anni di carcere per le sue idee politiche. Il Comitato permanente della Conferenza dei vescovi cattolici cubani, esprime, in una nota, il proprio cordoglio per la fine definita “tragica” di questo “prigioniero di coscienza” che – aggiunge - “con lo sciopero della fame cercava di far ascoltare le sue richieste” contro le dure condizioni cui era sottoposto in carcere. Invitano, tra l’altro, a non utilizzare questo metodo di protesta perché “la vita di una persona è sempre il bene maggiore da proteggere”. I presuli ricordano di aver chiesto a più riprese alle autorità cubane di poter far visita a Zapata, ma questo non è stato permesso. Lanciano quindi un nuovo appello al governo dell’Avana da cui dipende la vita e la salute dei prigionieri affinché siano prese le misure adeguate perché “situazioni del genere non si ripetano”. D’altra parte l’episcopato cubano osserva che occorre urgentemente “creare adeguate condizioni di dialogo per evitare di arrivare a situazioni così tragiche che non portano beneficio a nessuno e provocano invece dolore a molti”. I presuli cubani esprimono le loro condoglianze alla madre del dissidente che ha definito la morte del figlio “un omicidio premeditato”. “Chiediamo a Dio – scrivono i vescovi - perché ci aiuti ad ascoltare la chiamata di Gesù Cristo” che ci invita a “lavorare per il bene comune”. Chiediamo alla Madonna della “Caridad del Cobre”, è l’ultima esortazione dei presuli, perché “con la sua presenza aiuti tutti i cubani a sentirsi ed essere fratelli”. (A cura di Luis Badilla) RealAudioMP3







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