2010-02-25 12:21:38

Incontro in Moldova delle Conferenze episcopali del sud-est europeo


I presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa si riuniscono da oggi al 28 febbraio a Chişinău, in Moldova, per il loro 10.mo incontro dedicato ai diritti e doveri delle minoranze cattoliche nell’area europea sud-orientale. Ai lavori saranno rappresentate nove conferenze episcopali: di Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Grecia, Moldova, Romania, Turchia e la Conferenza episcopale internazionale dei SS. Cirillo e Metodio. Prenderanno inoltre parte alla riflessione il presidente del Ccee, cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, il nunzio apostolico in Romania e nella Repubblica Moldava, mons. Francisco-Javier Lozano e l’Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, mons. Aldo Giordano. Il confronto interecclesiale toccherà non solo la situazione dei diritti riconosciuti alle comunità cattoliche minoritarie nei diversi Paesi della regione,ma anche del contributo specifico che i cattolici possono e devono apportare alla realizzazione del bene comune nelle loro società di appartenenza. La discussione affronterà i problemi legati al processo di secolarizzazione dalle proporzioni sempre maggiori e a un tessuto sociale sfaldato da disoccupazione, alcolismo, droga, ricorso all’aborto. "La Chiesa cattolica promuove il suo diritto e dovere di partecipare alla costruzione del bene comune del Paese in cui vive, a prescindere dal fatto che sia di minoranza o di maggioranza perché di tratta di “un diritto fondamentale”. Lo ha detto il padre Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, delineando il tema che farà da filo conduttore all'incontro. “L'essere Chiesa di minoranza – dice padre Da Cuhna - non significa non godere degli stessi diritti, non avere gli stessi doveri di qualunque altra religione in una nazione. La Chiesa cattolica difende questo, quando è minoranza, ma anche dove è in maggioranza, perché è un diritto fondamentale”. “Spesso – prosegue padre da Cunha -, essere una minoranza è sinonimo di poca rilevanza, oppressione, o poche possibilità umane e materiali, indifferenza, alle volte anche diritti calpestati. In alcuni casi è vero e molto rimane da fare”. “Tuttavia – aggiunge padre Da Cuhna - le nostre Chiese di minoranza, in molti paesi del Sud Est Europa possono, devono e lo fanno già contribuire al bene dell'intera nazione”. (M.V.)







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