I vescovi indiani: “Siamo offesi ma non vogliamo la legge sulla blasfemia”
“Siamo profondamente offesi per l’immagine blasfema di Cristo circolata su libri scolastici
e su manifesti. Ci sentiamo tristi e oltraggiati da tale atto sacrilego. Sosteniamo
l’azione legale promossa dai governi degli Stati di Meghalaya e Punjab verso i responsabili.
Ci appelliamo al governo centrale perchè promuova, tuteli e difenda il rispetto dei
simboli religiosi, di tutte le comunità dei credenti, nell’intera India”: con queste
parole, consegnate all’agenzia Fides, i vescovi indiani sono intervenuti ufficialmente
sul caso della diffusione del ritratto blasfemo di Cristo, approvando una risoluzione
nel corso dei lavori della Conferenza episcopale indiana – riunita a Guwahati per
l’Assemblea annuale da ieri al 3 marzo. I vescovi hanno espresso soddisfazione per
il ritiro dei testi incriminati dalle scuole indiane e per i procedimenti giudiziari
avviati dallo Stato di Megahalaya (nord-est dell'India) contro la casa editrice e
dallo Stato di Punjab, nel nord-ovest del Paese, contro i gruppi che hanno stampato
e diffuso i manifesti con l’immagine sacrilega. I vescovi accolgono con favore le
pubbliche scuse che la casa editrice Skyline Publication ha diramato (affermando che
si è trattato di una “disattenzione e di un errore umano” nel corso dell’impaginazione
del testo) e auspicano che episodi di tal genere non si verifichino più, in nessuna
pubblicazione circolante nel Paese. Sulla notizia che lo Stato di Meghalaya sta considerando
di promulgare una “legge antiblasfemia”, la Chiesa indiana esprime invece aperto dissenso,
notando che esiste già nel Codice penale indiano un articolo che prevede pene verso
quanti “feriscono i sentimenti religiosi della popolazione”. Inoltre questo tipo di
legge, aggiungono, si presterebbe a distorsioni e manipolazioni da parte di gruppi
fondamentalisti (come accade nel vicino Pakistan), che non fanno il bene dei credenti.
(R.P.)