2010-02-25 15:12:51

Guatemala: marce, preghiere e richieste di giustizia per le vittime della guerra civile


Alla vigilia della ‘Giornata nazionale per la restituzione della dignità alle vittime’ della guerra civile, che si celebra oggi, migliaia di sopravvissuti ai 36 anni di conflitto (1960-1996) hanno marciato per le strade di Chimaltenango, nel nord-ovest del Paese, per chiedere che i responsabili delle stragi vengano portati di fronte alla giustizia. La Segreteria della pace (Sepaz) e il Movimento nazionale delle vittime ‘Janil Tinamit’ (‘nuova alba’ in lingua indigena Quiché), promotori della manifestazione, - riferisce l'agenzia Misna - hanno ricordato che almeno 7000 denunce sono state presentate nei confronti di militari accusati di massicce violazioni dei diritti umani in una guerra costata oltre 250.000 morti, per la stragrande maggioranza indigeni Maya. Ciononostante nessuna delle denunce ha avuto corso e non è stato istruito alcun processo. Le vittime della guerra hanno anche chiesto al parlamento di approvare una legge per creare una commissione ufficiale di ricerca dei ‘desaparecidos’, stimati in almeno 45.000; una richiesta avanzata questa settimana anche dalla vice-presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, Christine Beerli. “I familiari continuano a soffrire, non è un capitolo chiuso. Lo Stato ha una responsabilità verso migliaia di famiglie che ancora attendono di conoscere dove sono i loro cari” ha detto Beerli. La mobilitazione proseguirà oggi nel dipartimento settentrionale di Quiché, uno dei più colpiti dalla guerra, in quello settentrionale di Alta Verapaz e in quello occidentale di San Marcos, dove il vescovo Álvaro Ramazzini guiderà una marcia denominata ‘Per la dignità dei martiri’. Secondo cifre ufficiali, il conflitto ha provocato anche 50.000 vedove, 500.000 orfani e oltre un milione di sfollati. Nel settembre 2009 è stata pronunciata la prima storica condanna in Guatemala per crimini contro gli indigeni perpetrati durante il conflitto, quella a 150 anni per l’ex-paramilitare Felipe Cusanero, accusato della ‘sparizione forzata’ di sei nativi tra il 1982 e il 1984. (R.P.)







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