Cuba: il congedo del cardinale Dziwisz, all’insegna dei giovani e di Maria
Intensa di emozioni e di ricordi, soprattutto giovanili, è stata l’ultima giornata
ieri a L’Avana, dell’arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanislaw Dziwisz, in visita
a Cuba Alla Santa Messa presieduta dal porporato polacco presso la chiesa di san
Francesco di Paola, nella periferia della capitale, hanno preso parte centinaia di
giovani, gran parte dei quali ha dovuto sostare fuori dal tempio gremito in ogni angolo.
Nei loro cuori era presente il ricordo, e soprattutto l’eredità spirituale e pastorale
di Giovanni Paolo II, ma anche il ripetersi del battito delle mani per accompagnare
il grido che si sentì in tutta Cuba 12 anni fa: “Juan Pablo Segundo, te quiere todo
el mundo”. Gran parte dell’omelia del cardinale Dziwisz ha riportato la memoria di
giovani e meno giovani le storiche giornate della visita di papa Wojtyla nel 1998
e come allora, anche ieri, al centro del messaggio ai giovani l’arcivescovo di Cracovia,
con parole di Giovanni Paolo II, ha messo Maria, la madre di Dio ed ha chiesto a tutti
loro: “Dalla mano di Maria spalancate le porte a Cristo”. Tra i presenti da ricordare,
anche perché si sono fatti ascoltare, c’erano numerosi studenti latinoamericani che
frequentano i corsi di Medicina presso la “Escuela Latinoamericana de Medicina “come
borsisti del governo cubano. Insieme con il cardinale di Cracovia hanno concelebrato
l’arcivescovo de L’Avana, cardinale Jaime Ortega e i suoi ausiliari mons. Alfredo
Petit y Juan de Dios Hernández, e decine di sacerdoti. “E’ proprio il caso di domandarsi
- ha detto il cardinale Stanislaw Dziwisz - perché i giovani erano sempre al centro
del cuore di Giovanni Paolo II. La risposta si trova nella sua autenticità e nella
sua fedeltà a Cristo. Egli era esigente con se stesso. Non gli piaceva la mediocrità.
Il suo metro di misura era sempre alto e tutto, a mio avviso, svegliava l’attenzione
dei giovani per la sua persona e per la sua missione”. Poi, ha spiegato l’arcivescovo
di Cracovia, per Giovanni Paolo II i “giovani erano anche una via per arrivare agli
adulti e perciò lasciò alla gioventù del mondo un grande legato e compito: realizzare
la nuova evangelizzazione, convinto che occorreva un nuovo linguaggio, un nuovo metodo
e un nuovo stile. Chi meglio dei giovani poteva e può capire questo messaggio e realizzare
questa sfida?", ha rilevato il porporato. Per l’arcivescovo di Cracovia una dimostrazione
di questo particolare legame tra i giovani e Giovanni Paolo II lo si è visto i giorni
della sua agonia e della sua morte quando Piazza San Pietro, insieme ed altri luoghi
del mondo, era gremita di giovani che pregavano per il Papa che stava morendo. Oggi,
ha sottolineato ancora il cardinale, nessuna sta solo: lo abbiamo con noi perché ci
guidi e sostenga Benedetto XVI, il quale anche lui ci mostra sempre la Madre di Dio
che ci ama e ci protegge. “Come non ricordare oggi, qui, davanti a voi - ha concluso
il cardinale - la giornata del 24 gennaio 1998 quando ero accanto a Giovanni Paolo
II per l’incoronazione di 'Nuestra Señora de la Caridad del Cobre'? La chiamò Madre,
Regina e Patrona di Cuba”. Il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia,
che oggi rientra in Polonia, ha presieduto in serata alla proiezioni del film “Testimone”
tratto dal suo libro su Karol Wojtyla. Le prime notizie parlano di una cattedrale
gremita e di un’enorme presenza giovanile. Intanto, sempre ieri, l’arcivescovo di
Cracovia ha avuto un incontro con il capo dell'Ufficio agli Affari religiosi del Comitato
centrale del Partito comunista di Cuba (Pcc), signora Caridad Diego, e con il vice
capo Carlos Samper, accompagnato dal nunzio apostolico a Cuba, arcivescovo Giovanni
Angelo Becciu e dal segretario generale della Conferenza di vescovi Cuba, mons. Juan
de Dios Hernández. (A cura di Luis Badilla)