2010-02-24 15:02:22

La Quaresima, tempo di penitenza e rinnovamento per la Chiesa irlandese


In questo tempo quaresimale i vescovi irlandesi, rientrati nelle loro sedi dopo l’incontro con Benedetto XVI in Vaticano, hanno nuovamente ricordato le responsabilità dell’episcopato cattolico dell’Irlanda verso le vittime di abusi sessuali. Nell’omelia di inizio Quaresima, mons. Martin Drennan, vescovo di Galway e Kilmacduagh, ha detto che si deve guardare con onestà al passato, affrontare con coraggio il presente, coltivare la speranza nel futuro. “La speranza - ha aggiunto - viene dalla fede”. La stessa fede nella misericordia divina – riferisce l’Osservatore Romano – che ha spinto San Paolo a superare la vergogna di essere stato un persecutore dei cristiani. Il vescovo di Kildare e Leighlin, mons. James Moriarty, ha ringraziato il Papa per il tempo e l’attenzione che ha dedicato all’incontro con i vescovi irlandesi. Il presule ha assicurato di avere sempre presenti nelle sue preghiere le vittime della violenza e di sperare che questa Quaresima possa essere il tempo del rinnovamento per la Chiesa irlandese. Il vescovo di Meath, mons. Michael Smith, ha dichiarato che l’incontro con Benedetto XVI è stato “aperto, onesto e impegnato”. Ha anche ricordato che “fin dal 1996, in occasione della pubblicazione del documento sulle procedure per l’esame delle denunce, la Chiesa cattolica irlandese ha costantemente valutato e rivisto la politica e le norme per la salvaguardia della gioventù”. Mons. Noël Treanor, vescovo di Down and Connor, ha ricordato che “l’invito del Papa ai vescovi irlandesi e la sua presenza agli incontri offre la misura dell’importanza che il Santo Padre conferisce alla denuncia del crimine, del peccato e dell’orrore degli abusi sessuali su bambini, minori e adulti vulnerabili”. Il vescovo di Ferns, mons. Denis Brennan, ha rievocato infine le parole pronunciate da Benedetto XVI nel corso della visita ad limina dell’ottobre del 2006. In quell’occasione il Papa, riferendosi agli abusi sessuali verso i minori perpetrati nell’ambito degli istituti di istruzione cattolici, aveva dichiarato che “le ferite causate da tali atti vanno nel profondo”. (A.L.)







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