Partito dall'Università di Roma La Sapienza il pellegrinaggio della Croce che sosterà
negli atenei romani. Intervista con don Paolo Morocutti
E’ iniziato lo scorso Mercoledì delle Ceneri, dalla Cappella dell'Università di Roma
"La Sapienza", il pellegrinaggio della Croce organizzato dall’Ufficio per la Pastorale
Universitaria della diocesi, che durante questo tempo di Quaresima visiterà tutti
gli atenei della capitale. L’iniziativa si concluderà il 25 marzo a Tor Vergata,
quando la Croce sarà trasferita in Piazza San Pietro, per la celebrazione della XXV
Giornata mondiale della gioventù. Marina Tomarro ha intervistato don Paolo
Morocutti, cappellano della Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa):
R. – La Croce
ci identifica e ci unisce. Questa visitazione di tutte le Università di Roma ci permette
di riflette proprio come giovani universitari sull’essenzialità della vita cristiana,
sul tema della rinuncia, sul tema anche del sacrificio.
D.
– Quali sono le iniziative legate a questo pellegrinaggio?
R.
– Le iniziative evidentemente sono molteplici e ciascuna Cappellania universitaria
proporrà un suo modo per accogliere la Croce: attraverso la riflessione del magistero
della Chiesa e della Parola di Dio, attraverso una lectio divina. Ciascuna
Università proporrà un suo cammino particolare e questo credo sia importante anche
per sottolineare che ciascuna Cappellania ha un suo modo di esprimersi, un suo modo
di trovare l’essenzialità della Croce attraverso lo studio e attraverso ciò che propone
ciascuna Facoltà.
D. – Qual è il significato di questo
pellegrinaggio?
R. – La presenza della Croce impone,
nella vita di ciascuno di noi, un profondo silenzio. Mi accorgo che quando i giovani
accolgono la Croce nasce un profondo desiderio di silenzio e da qui nasce poi una
profonda revisione di vita, che si concretizza spesso e volentieri nella ricerca del
sacerdote per un confronto ed una direzione spirituale.
D.
– Questo pellegrinaggio può servire ad avvicinare anche i giovani che normalmente
non frequentano la realtà della Cappellania universitaria?
R.
– Certamente. Si tratta di un evento che accoglie tutti i giovani e direi anche giovani
di altre confessioni religiose, che si avvicinano per conoscere questa iniziativa.
Essendo poi nel periodo quaresimale, viene data ai giovani anche la possibilità –
e questo è molto importante – di accostarsi al Sacramento della riconciliazione. In
ciascuna Cappellania ci sarà una attenzione particolare a questo, dando anche del
tempo per riscoprire un Sacramento un po’ dimenticato.
D.
– Che importanza ha avere una Cappellania universitaria all’interno di un Ateneo?
R.
– Questa è una grande possibilità per lo studente, così come per il docente. La Cappellania
è il luogo del dialogo e, d’altronde, rimane il luogo dove il Vangelo viene proposto
e diventa così un luogo di discussione e di incontro di straordinaria importanza.