Rapito dalla Bellezza dell’incontro con Cristo: don Carrón ricorda Don Giussani
nel quinto anniversario della morte
Da Parigi a Nairobi, da Varsavia a Montevideo, sono numerosissime le comunità cristiane
che, in tutto il mondo, ricordano oggi la figura di Don Luigi Giussani, nel quinto
anniversario della morte. Un segno dei tanti frutti dell’opera svolta dal Fondatore
del Movimento Comunione e Liberazione (Cl). Il 24 febbraio 2005, celebrando i suoi
funerali nel Duomo di Milano, l’allora cardinale Joseph Ratzinger sottolineò che Don
Giussani “cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita, e così ha trovato Cristo,
in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia”. Sullo spirito con
il quale Cl vive questa commemorazione, Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza
di donJulián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione:
R. – Sempre
più andiamo avanti e sempre più sentiamo la paternità di Don Giussani, sempre più
vediamo che effetto ha sulla nostra vita e questo ci suscita la gratitudine nei suoi
confronti. Per questo ci teniamo a celebrare questo anniversario con una Messa, proprio
per ringraziarlo per tutto quanto continua a darci. D. – "All’inizio dell’essere
cristiano – si legge nella “Deus caritas est” – non c’è una decisione etica o una
grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona". C’è tanto Don
Giussani in queste parole del Papa. Come proporre oggi questo incontro, soprattutto
a chi è lontano? R. – Questa è stata la grande intuizione di
Don Giussani. Proprio quando si pensava che tutto fosse più vicino, che le persone
fossero più vicine, Don Giussani è ripartito da questa proposta del cristianesimo
come di un avvenimento che entra in linea con la struttura più profonda dell’essere
umano, che è il cuore. Questo rimane sempre: il cuore, anche nelle situazioni più
lontane delle persone, nelle ferite della vita, nelle domande più urgenti che l’uomo
trova dentro di sé, aspetta una risposta. E questo nessuna situazione culturale e
sociale lo può cambiare ed è per questo che tanto più ci sono urgenze nella vita,
tanto più l’uomo è aperto al possibile incontro con il cristianesimo. E lo incontra
non come una regola, ma come una testimonianza in una Persona! D.
– "L’uomo non è capace di essere se stesso, di rimanere uomo, se non con l’aiuto di
Cristo, diceva Don Giussani". Un richiamo oggi particolarmente attuale in un tempo
dove l’uomo vive nell’ambizione della totale autodeterminazione e autosufficienza… R.
– Tutti sappiamo per esperienza che noi non ce la facciamo da soli, non ce la facciamo
a darci la gioia, non ce la facciamo a darci il senso, la letizia, la pace. Tutto
questo è al di là delle nostre capacità. Stupisce come l’uomo continui a proporre
ancora delle soluzioni che si sono già mostrate ampiamente fallimentari. Occorre la
semplicità, che ha l’uomo semplice, di aprirsi a Qualcosa che ha proprio l’energia
e la capacità di darci quello che noi non riusciamo a fare da soli.