Festa della Cattedra di San Pietro. Il Papa: è il potere della verità e dell'amore
La Chiesa celebra oggi la festa della Cattedra di San Pietro, un’importante ricorrenza
liturgica che pone in luce il ministero del Vescovo di Roma al servizio dell’unità
dei discepoli di Cristo. Ce ne parla Sergio Centofanti: La
"cattedra", letteralmente, è il seggio fisso del vescovo, posto nella chiesa madre
di una diocesi, che per questo viene detta "cattedrale", ed è il simbolo dell’autorità
del vescovo e, in particolare, del suo "magistero", cioè dell’insegnamento evangelico
che egli, in quanto successore degli Apostoli, è chiamato a custodire e trasmettere
alla Comunità cristiana. La Cattedra di Pietro simboleggia, dunque, l’autorità del
Vescovo di Roma che presiede alla comunione universale della carità, tutelando la
varietà legittima delle Chiese particolari e vegliando affinché ciò che è particolare,
non solo non danneggi l’unità, ma piuttosto la serva. Il Primato del Papa – spiega
Benedetto XVI – non è perciò un potere secondo le modalità di questo mondo ma si inserisce
nella sequela di Cristo: “È il potere
del bene – della verità e dell'amore, che è più forte della morte. Sì, è vera la sua
promessa: i poteri della morte, le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa
che Egli ha edificato su Pietro (cfr Mt 16, 18) e che Egli, proprio in questo modo,
continua ad edificare personalmente”. (Omelia del 29 giugno 2006) La
Chiesa – sottolinea il Papa - è sempre Chiesa di Cristo e non di Pietro che svolge
il suo ruolo con le sue fragilità umane nella consapevolezza che Cristo è la roccia:
“Così
anche nel ministero di Pietro si rivela, da una parte, la debolezza di ciò che è proprio
dell'uomo, ma insieme anche la forza di Dio: proprio nella debolezza degli uomini
il Signore manifesta la sua forza; dimostra che è Lui stesso a costruire, mediante
uomini deboli, la sua Chiesa”. (Omelia del 29 giugno 2006) Benedetto
XVI chiede il sostegno della preghiera:
“Questa
festa mi offre l’occasione per chiedervi di accompagnarmi con le vostre preghiere,
perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato
quale Successore dell’apostolo Pietro”. (Angelus del 22 febbraio 2009)