L’Onu chiede più fondi per la ricostruzione di Haiti
Nuovo appello delle Nazioni Unite per l'emergenza post-terremoto ad Haiti. L’Onu ha
alzato la richiesta iniziale chiedendo un contributo di un miliardo e mezzo di dollari
a favore di tre milioni di haitiani, circa un milione e 200.000 sfollati che necessitano
con urgenza alloggi temporanei e strutture sanitarie e due milioni che hanno bisogno
di cibo. Secondo quanto riferisce la Misna, la somma è finalizzata a coprire le necessità
di base dei sopravvissuti per il 2010, oltre a rilanciare il settore agricolo e a
promuovere programmi per creare posti di lavoro. Nel corso di una conferenza stampa
alla presenza del Segretario generale Ban Ki-moon e del suo inviato speciale per Haiti
Bill Clinton, è stato precisato che il contributo dei paesi donatori finora è stato
pari a 673 milioni di dollari. Ma l’impegno dovrà proseguire nel tempo, ha sottolineato
il responsabile degli aiuti umanitari, John Holmes, che non ha risparmiato critiche
agli stessi enti dell’Onu per la poca coordinazione e le scarse risorse mostrate in
occasione dell’intervento post-terremoto. “Anche se è stato fatto molto, ci sono grandi
necessità umane che non sono state ancora soddisfatte: chiedo a tutti di valutare
ancora una volta quello che sono capaci di fare nei settori chiave e adottare un atteggiamento
molto più aggressivo”. Per Clinton, “non si può ricostruire un paese quando un terzo
della sua popolazione è preoccupata per la sopravvivenza quotidiana e per ora non
c’è denaro sufficiente per fargli trascorrere quest’anno”. E torna a farsi sentire
anche il governo haitiano chiamando a raccolta le migliori forze del Paese: “La ricostruzione
del paese caraibico “dovrà basarsi sulla nostra cultura e la nostra volontà collettiva
di vivere insieme. E’ Haiti stessa che deve disegnare il suo futuro”. “Tutti condividiamo
un sogno – ha detto il primo ministro Jean Max Bellerive - vedere nel 2030 Haiti tra
i paesi emergenti, con una società basata sull’equità e la solidarietà in cui tutte
le necessità di base della popolazione siano soddisfatte”. (M.G.)