2010-02-18 15:18:55

Kenya: messaggio per la Quaresima della Commissione giustizia e pace


Sicurezza alimentare e povertà; Costituzione e buon governo; tutela dell’ambiente; riconciliazione; insicurezza: sono i cinque punti analizzati dalla Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale del Kenya, nel Messaggio per la Quaresima. Il lungo documento, suddiviso appunto in cinque paragrafi, traccia un quadro amaro della situazione del Kenya, ma lancia comunque un forte messaggio di speranza, affinché il Paese si rinnovi. Nel primo punto, dedicato alla povertà e alla sicurezza alimentare, i vescovi africani ricordando che “oltre 10 milioni di kenioti soffrono la fame. La mancanza di cibo viene attribuita alla carenza di metodi di coltivazione, alla mancanza di pianificazione, alle violenze e alle migrazioni”. Di qui, l’invito dei presuli a non abbandonare le tradizioni africane, basate sullo spirito di collaborazione e di aiuto reciproco in tutte le attività. Il problema della riforma costituzionale e di un buon governo viene, invece, trattato nel secondo punto del Messaggio. In esso, i vescovi denunciano la prepotenza di alcuni leader politici, il dilagare del favoritismo al posto della meritocrazia, la mancanza di regole e procedure precise. Di qui, l’appello perché la nuova Costituzione, che la politica sta elaborando, “provveda ai bisogni di tutti; porti la riconciliazione trattando la popolazione in modo paritario, distribuendo equamente le risorse del Paese ed eliminando la cultura dell’impunità”. Il Messaggio quaresimale prosegue, quindi, con il tema della protezione dell’ambiente: “Il volto del Kenya sta cambiando in modo negativo”, scrivono i vescovi, puntando il dito contro l’insediamento irregolare e non autorizzato nelle aree vicino ai bacini idrici, come la foresta Mau e quella degli Aberrare. Azioni dalle conseguenze tragiche, si legge nel Messaggio, poiché “fiumi, laghi, dighe ed altre fonti idriche si stanno esaurendo, il cibo scarseggia e migliaia di capi di bestiame sono morte”. La possibilità di avere cibo ed acqua pulita, fanno notare i presuli, ridurrebbe il numero dei conflitti tribali, delle migrazioni forzate e delle violenze nelle società. E ancora: al quarto punto, il Messaggio si sofferma sulla riconciliazione ed invita i fedeli ad instaurare rapporti sani per il bene delle generazioni future. “È Dio che ci guida alla vera libertà – continua il Messaggio – Una volta riconciliati con Lui e con gli altri membri della comunità, potremo condividere la gioia del Signore”. Infine, la Commissione giustizia e pace analizza il problema dell’insicurezza ricordando, in particolare, le violenze che seguirono le elezioni del 2008 e che scatenarono la carestia, la corruzione e gli scontri tribali. Di qui, l’invito ad abbandonare la competizione e a guardare alla diversità fra gli oltre 40 gruppi etnici come ad un’occasione per condividere le risorse. E ancora: i presuli lanciano un appello alla tutela della vita, ricordando che, come si legge nell’enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II, “gli abusi contro la vita umana come guerre, genocidi, aborto, torture, condizioni di vita disumane vanno contro la legge della natura”. (I.P.)







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