Grande affluenza di pellegrini a Padova per l’ostensione delle reliquie di Sant’Antonio
Sant’Antonio supera se stesso. Mezzo chilometro di coda ieri, ma oggi ci sono tutti
i presupposti per fare il bis. Si spinge anche oggi nel cuore di Padova il lungo serpentone
di pellegrini, ordinati e silenziosi, in attesa di vedere per pochi istanti e sfiorare
l’urna del taumaturgo portoghese. Se nel 1981, in occasione della precedente ostensione,
dal primo febbraio, in 29 giorni furono circa 700 mila i pellegrini che sfilarono
attorno all’urna di plexiglas, non è azzardato supporre che in questi giorni quei
numeri saranno raddoppiati. 120 mila pellegrini in 4 giorni. Un fiume di volti, mani
e cuori mossi da attese, voti e suppliche, dall’Italia e dall’estero, ad abbracciare
il loro Antonio, al ritmo di 2 mila all’ora, dopo anche tre-quattro ore di coda lungo
via Belludi e sul sagrato, ieri spazzolato dal vento e oggi sotto una fastidiosa pioggia
intermittente. Un piccolo sacrificio per una grande emozione: essere a tu per tu con
la persona che ha saputo coniugare alla perfezione la profondità degli studi teologici
con l’immediatezza del linguaggio dei semplici. E così si tocca con mano quanto Benedetto
XVI diceva a proposito del santo portoghese, quando la scorsa settimana lo definì
semplicemente “uno dei Santi più popolari in tutta la Chiesa cattolica”. Intanto questa
mattina, pellegrinaggio di una cinquantina di frati del Sacro convento di Assisi guidati
dal superiore, padre Giuseppe Piemontese che nell’omelia ha segnalato, ricordando
anche i contatti epistolari e personali tra i due santi, come Antonio sia il più illustre
figlio di Francesco, il primo teologo della famiglia francescana, come san Bonaventura
e Duns Scoto. Intanto, sembra sfumare l’ipotesi di prolungare l’esposizione: lo sforzo
organizzativo di risorse e la disponibilità di volontari che si sono presi una settimana
di ferie, non è immaginabile si possano prolungare oltre domenica. (Da Padova,
Silvio Scacco)