Iniziative per i 400 anni dalla morte di Caravaggio
Era il 18 luglio del 1610 quando a Porto Ercole moriva in solitudine uno dei più grandi
maestri della pittura di tutti i tempi, Michele Merisi detto il Caravaggio, personalità
complessa e spesso fraintesa a causa di facili stereotipi. Per ricordare il quarto
centenario dalla sua scomparsa, un fitto programma di eventi scientifici e culturali
servirà a ridefinire il reale profilo umano di Caravaggio e a riflettere sulla sua
produzione. A presentare ieri le iniziative il Comitato nazionale voluto dal Ministero
dei Beni culturali e da quello dell’Università. C’era per noi Gabriella Ceraso.
Quattro mostre,
due convegni, una grande mole di pubblicazioni e di indagini scientifiche, ma anche
un film e uno spettacolo, divulgazione e ricerca, dunque: tutto per meglio focalizzare
figura, poetica, opere di Caravaggio, a partire dall’esposizione che da sabato prossimo,
alle Scuderie al Quirinale, mostrerà solo i quadri certi del pittore. Lo scopo di
fondo, infatti, di tutto l’anno - spiegato dal presidente del Comitato delle celebrazioni,
Maurizio Calvesi - è riportare a rigore il discorso sul genio,
amato, ma anche abusato, senza i cliché, dunque, che l’hanno fatto per
anni pittore maledetto, precoce, miscredente e trasgressivo. Sentiamo Calvesi:
“La
verità, nella storia dell’arte, viene fuori studiando quali erano i committenti, quali
erano le persone che frequentava e sentendo la profonda umanità, la profonda religiosità,
la sua predilezione per i poveri”.
Così dalla pubblicazione di due indagini
scientifiche, condotte a raggi x sulle tele, sapremo particolari inediti del suo dipingere.
Dai due convegni d’autunno conosceremo il suo raffinato rapporto con la musica, presente
nei quadri, e ciò che questo artista ha determinato con i tanti epigoni in Europa.
Alessandro Zuccari, segretario del Comitato:
“Nonostante
lui non volesse creare una scuola, sin dal momento in cui espose a San Luigi dei Francesi,
dai primi dipinti pubblici, ebbe un seguito straordinario: emuli, imitatori di livello,
di basso livello, interpreti del Caravaggio. Possiamo addirittura parlare di tendenze
nazionali. Naturalmente, il 'caravaggismo' vuol dire contrasti chiaroscurali, realismo
nella presentazione dei personaggi, il taglio della figura di tre quarti”.
Un
fondamentale contributo, infine, all’uomo e all’artista verrà dal volume aggiornato
con oltre 1100 documenti e fonti, prezioso per i ricercatori, ma anche utile agli
appassionati, per un ritratto vero e ancora, a 400 anni di distanza, affascinante
e misterioso. La curatrice, Stefania Macioce:
“Caratterialmente
è un uomo assolutamente cosciente della propria genialità, tormentatissimo per qualcosa
di esistenziale che non è ancora emerso. Dal punto di vista artistico, l’aspetto che
emerge è la costante ricerca: ogni quadro è nuovo, sostanzialmente”.