“Sette settimane” nel segno dello spirito ecumenico per sostenere il diritto all’acqua
“Acqua santa. Acqua, culto e preghiera”, è il tema scelto per l’edizione 2010 dell'iniziativa
“Sette settimane per l’acqua”; promossa per il terzo anno consecutivo dal Consiglio
ecumenico delle Chiese (Cec) ) tramite la rete ‘Ecumenical water network’ (Ewn). Obiettivo
dell’iniziativa, che durerà per tutto il periodo quaresimale, è riflettere ed agire
per promuovere la giustizia nell’accesso e nella distribuzione delle preziose risorse
idriche. Secondo stime correnti infatti più di 900 milioni di persone nel mondo non
hanno accesso a quantità d’acqua pulita sufficienti per una vita al di sopra della
linea di sopravvivenza. Una situazione che, secondo l’Ewn, spesso non è dovuta semplicemente
alla scarsità d’acqua o di risorse finanziarie: “In molti casi – dice una nota di
cui riferisce la Misna – vengono completamente disattese o non si dà priorità alle
necessità e ai diritti di comunità periferiche”. Una questione molto complessa che,
per chi l’affronta, nasconde diversi gradi di responsabilità: “Crescente e insostenibile
uso dell’acqua a scopi agricoli e industriali, deforestazione e degrado ambientale
con gravi danni al ciclo dell’acqua, iper-consumo e sprechi, inquinamento e crescita
della popolazione”. Sono queste, scrive l’organismo del Consiglio ecumenico delle
Chiese, alcune delle principali cause che determinano la carenza di acqua. Una crisi
che appare ancora più allarmante se si considera la crescente tendenza ad affidare
a soggetti privati lo sfruttamento e la gestione delle risorse idriche. “Sempre più,
l’acqua è trattata come un normale bene commerciabile soggetto alle condizioni di
mercato – si legge in conclusione -. Così, accade sempre più spesso che lì dove sono
stati avviati progetti di privatizzazione, ai poveri venga precluso l’accesso all’acqua”.
(M.G.)