2010-02-16 15:14:44

L'Iran replica agli Usa che parlano di "dittatura militare"


Il Cremlino ribadisce che "nessuno può escludere l'uso delle sanzioni in caso di mancato rispetto degli impegni" da parte di Teheran sul proprio programma nucleare. E il presidente iraniano, Ahmadinejad, dice che la questione dello scambio di combustibile non è chiusa” e che l'Iran è sempre "pronto ad uno scambio in una cornice di equità". Intanto, Teheran risponde a Hillary Clinton sul pericolo di una dittatura militare in Iran, mentre resta la questione delle proposte della comunità internazionale per il dialogo sul nucleare. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3
 
Sono gli Usa che mantengono “una dittatura militare” nella regione, con le loro politiche in Iraq, Afghanistan e Gaza. E’ questa la risposta del ministro degli Esteri iraniano, Mottaki, alle affermazioni del segretario di Stato Usa. Hillary Clinton aveva detto di temere che l'Iran stia andando verso “una dittatura militare” dei Pasdaran. Nella sua missione nella regione, la Clinton ha lasciato intendere che ci sarebbe sempre spazio per il dialogo, sottolineando però che il tempo sta per scadere e che già si studiano sanzioni. A proposito di nucleare, Teheran continua a parlare di nuove proposte da Usa, Russia e Francia per un accordo sullo scambio di combustibile nucleare. Ma Stati Uniti, Russia e Francia smentiscono. E c’è poi da riferire del duro pronunciamento di Paesi occidentali, Italia in testa, contro Teheran sui diritti umani: in occasione ieri dell'esame della situazione in Iran al Consiglio Onu sui Diritti umani, cui sono sottoposti a turno tutti i 192 Paesi membri, è emersa la preoccupazione per quella che è stata definita la “gravemente deteriorata” situazione dei diritti umani in Iran. Il giro di vite è cominciato in seguito alla contestata vittoria del presidente Ahmadinejad alle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso.







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