2010-02-16 15:31:42

Laos: cristiani arrestati finchè non rinunceranno alla propria fede


Minacciati, sfrattati e arrestati a causa della loro fede. È successo di nuovo in Laos, dove un gruppo di 48 cristiani della provincia di Salavan, nel sud del Laos, è in stato di detenzione finché non rinuncerà alla sua confessione. Secondo quanto riferisce l'agenzia Zenit, il leader del governo del distretto di Ta-Oyl ha ordinato l'arresto dopo un incidente avvenuto il mese scorso, quando cento ufficiali del distretto hanno fatto irruzione durante una celebrazione religiosa domenicale nella località di Katin. Sia l'osservatorio Human Rights Watch for Lao Religious Freedom (Hrwlrf) che l'International Christian Concern (Icc) hanno denunciato l'incidente: nella retata del 10 gennaio, gli ufficiali del distretto hanno puntato le pistole alla testa dei cristiani e hanno costretto le 48 persone ad andare su uno spiazzo vicino, dove si dice che rimangano agli arresti. I loro beni personali sono stati confiscati e sei case sono state distrutte. Non è stato loro permesso di tornare al villaggio e ora dormono per terra senza riparo e con poco cibo, denuncia l'Icc. L'organizzazione ha anche sottolineato che i cristiani hanno rifiutato di obbedire all'ordine di rinunciare alla propria fede. “Mentre erano minacciati con la pistola alla testa, i credenti hanno preso solo le poche cose che sono riusciti a raccattare”, indica un comunicato dell'Hrwlrf. “Sono senza luce, cibo e acqua pulita, tranne che per un piccolo ruscello vicino”, si legge ancora nella nota dell'organizzazione. Il leader locale di Katin ha dichiarato l'anno scorso che il culto degli spiriti è l'unica forma accettabile di culto nella comunità, dopo di che ha confiscato del bestiame nei villaggi cristiani, e l'11 luglio 2009 ha convocato una riunione speciale di tutti i residenti annunciando che era stata “proibita la fede cristiana nel nostro villaggio”. In Laos, il 65% della popolazione è buddista, i cristiani sono l'1,5%, circa 40mila unità in termini assoluti. Le autorità comuniste accusano i cristiani di aderire a credi che rappresentano una minaccia per il sistema politico. Ad ogni modo, gli articoli 6 e 30 della Costituzione del Laos garantiscono il diritto dei cristiani e di altre minoranze religiose di praticare la religione che scelgono senza discriminazioni o penalizzazioni. I fatti denunciati dall'International Christian Concern rappresentano quindi un ritorno al passato, alla persecuzione anticristiana degli anni Novanta, rientrata per la pressione internazionale e il rischio di perdere aiuti finanziari. (M.G.)







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