Laos: cristiani arrestati finchè non rinunceranno alla propria fede
Minacciati, sfrattati e arrestati a causa della loro fede. È successo di nuovo in
Laos, dove un gruppo di 48 cristiani della provincia di Salavan, nel sud del Laos,
è in stato di detenzione finché non rinuncerà alla sua confessione. Secondo quanto
riferisce l'agenzia Zenit, il leader del governo del distretto di Ta-Oyl ha ordinato
l'arresto dopo un incidente avvenuto il mese scorso, quando cento ufficiali del distretto
hanno fatto irruzione durante una celebrazione religiosa domenicale nella località
di Katin. Sia l'osservatorio Human Rights Watch for Lao Religious Freedom (Hrwlrf)
che l'International Christian Concern (Icc) hanno denunciato l'incidente: nella
retata del 10 gennaio, gli ufficiali del distretto hanno puntato le pistole alla testa
dei cristiani e hanno costretto le 48 persone ad andare su uno spiazzo vicino, dove
si dice che rimangano agli arresti. I loro beni personali sono stati confiscati e
sei case sono state distrutte. Non è stato loro permesso di tornare al villaggio e
ora dormono per terra senza riparo e con poco cibo, denuncia l'Icc. L'organizzazione
ha anche sottolineato che i cristiani hanno rifiutato di obbedire all'ordine di rinunciare
alla propria fede. “Mentre erano minacciati con la pistola alla testa, i credenti
hanno preso solo le poche cose che sono riusciti a raccattare”, indica un comunicato
dell'Hrwlrf. “Sono senza luce, cibo e acqua pulita, tranne che per un piccolo ruscello
vicino”, si legge ancora nella nota dell'organizzazione. Il leader locale di Katin
ha dichiarato l'anno scorso che il culto degli spiriti è l'unica forma accettabile
di culto nella comunità, dopo di che ha confiscato del bestiame nei villaggi cristiani,
e l'11 luglio 2009 ha convocato una riunione speciale di tutti i residenti annunciando
che era stata “proibita la fede cristiana nel nostro villaggio”. In Laos, il 65% della
popolazione è buddista, i cristiani sono l'1,5%, circa 40mila unità in termini assoluti.
Le autorità comuniste accusano i cristiani di aderire a credi che rappresentano una
minaccia per il sistema politico. Ad ogni modo, gli articoli 6 e 30 della Costituzione
del Laos garantiscono il diritto dei cristiani e di altre minoranze religiose di praticare
la religione che scelgono senza discriminazioni o penalizzazioni. I fatti denunciati
dall'International Christian Concernrappresentano quindi unritorno
al passato, alla persecuzione anticristiana degli anni Novanta, rientrata per la pressione
internazionale e il rischio di perdere aiuti finanziari. (M.G.)