2010-02-14 14:56:00

Secondo giorno dell'offensiva Nato contro i talebani nel sud dell'Afghanistan


Secondo giorno dell’offensiva Nato nel sud dell’Afghanistan. L’avanzata dei soldati della coalizione internazionale a guida Nato è rallentata dalle numerose mine rudimentali piazzate dai talebani per impedire l’accesso alla città di Mariah, nella turbolenta provincia di Helmand. I vertici militari, che ieri si sono detti soddisfatti per le operazioni e che informano costantemente la Casa Bianca, prevedono che potrebbe servire un mese per assumere il controllo totale della città. Intanto, è salito a 27 il numero dei ribelli uccisi, una decina quelli fermati. Sei invece i morti tra le forze Isaf.

Pakistan
Prosegue la lotta contro la guerriglia anche nel Nord Waziristan, la regione pakistana al confine con l’Afghanistan considerata una roccaforte dei talebani e di al Qaeda. Almeno 5 ribelli sono stati uccisi da un raid condotto da una aereo senza pilota americano. A darne notizia sono stati ufficiali della sicurezza di Islamabad.

Attentato India
In India ci sono due stranieri fra le nove vittime dell’attentato che ieri ha devastato un ristorante di Pune, nella parte centro occidentale del Paese, generalmente frequentato da turisti. Si tratta di una donna italiana e di un uomo iraniano. L’azione non è stata ancora rivendicata. Il principale partito di opposizione indiano, il Bharatiya Janata Party (Bjp), ha puntato il dito contro il Pakistan. Tuttavia, da Islamabad, il premier pakistano Gilani ha condannato l’attentato, auspicando la ripresa dei colloqui con l’India annunciata due giorni fa.

Libano
Migliaia di persone in piazza oggi a Beirut, la capitale del Libano, per ricordare il quinto anniversario della morte dell'ex premier Rafik Hariri, ucciso in un attentato assieme ad altre 22 persone. La vicenda è ora all’esame della giustizia internazionale, che ha chiamato in causa il governo siriano quale mandante dell’omicidio. In quest’occasione, il presidente degli Stati Uniti, Obama, ha parlato telefonicamente con Saad Hariri, attuale premier e figlio di Rafiq, sottolineando l'importanza che siano scoperti gli assassini di suo padre, per affermare la sovranità e l’indipendenza del Libano. Ma che cosa significò l’uccisione di Hariri per le vicende libanesi? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Antonio Ferrari, inviato speciale ed esperto di Medio Oriente del "Corriere della Sera":RealAudioMP3

R. – Qualcosa di estremamente importante, non soltanto per la storia del Libano ma per la storia di tutta la regione. Rafik Hariri era il politico con la volontà di ricostruire il Libano dopo la guerra civile e ad un certo punto è entrato in rotta di collisione con altri poteri della regione, in particolare con la Siria.

 
D. – Com’è la situazione politica del Libano, oggi, il cui governo è guidato dal figlio di Rafik Hariri, Saad?

 
R. – Cinque anni dopo, tutto si è nuovamente "annacquato" nel senso che Saad Hariri, con indubbio realismo e forse anche con cinismo, non soltanto è andato a Damasco ed ha abbracciato il presidente Assad che, cinque anni fa veniva considerato in qualche modo corresponsabile di quanto era accaduto; ma proprio recentemente Hariri ha fatto dichiarazioni durissime parlando di Israele e parlando dell’Iran, dicendo: “Se il nostro Paese verrà attaccato e verrà attaccato Hezbollah, saremo al fianco di Hezbollah contro Israele”. Questo per dire che in Libano, nonostante i sommovimenti portati da quella tremenda strage di cinque anni fa, tutto in fondo è rimasto grosso modo come prima: gli intrecci tra le varie componenti libanesi la dicono lunga e fanno capire che, in fondo, il Libano sta seguendo ancora una volta il proprio destino, per fortuna in una chiave maggiormente pacificata.

 
Iraq
Come annunciato dal ramo iracheno di Al Qaeda, nel Paese del Golfo è iniziata la rappresaglia contro la campagna elettorale delle politiche del 7 marzo partita in questi giorni. Nelle ultime 24 ore ci sono stati diversi attentati contro le sedi elettorali dei "partiti laici" a Bagdad, che hanno provocato 8 feriti.

Usa – Iran
Incassare il consenso degli alleati sauditi in vista dell’adozione di nuove sanzioni contro il programma nucleare iraniano, che saranno discusse a metà marzo dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Questo l’obiettivo del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, giunta oggi in Qatar per una missione che la porterà anche in Arabia Saudita. Diversi gli incontri in programma a margine del settimo Forum mondiale Islam-Usa, in corso a Doha. Clinton vedrà anche il primo ministro turco Erdogan che è favorevole ad una soluzione diplomatica del contenzioso con Teheran.

Israele-Russia-Usa
Le sanzioni contro l’Iran sono al centro dell’odierna visita del premier israeliano Netanyahu a Mosca durante i colloqui con il presidente Medvedev e il primo ministro Putin. Sempre oggi, intanto, arriva in Israele il capo degli stati maggiori riuniti degli Usa, l’ammiraglio Mullen, che discuterà della cooperazione fra le forze armate dei due Paesi a margine di incontri con il ministro della difesa Ehud Barak e i vertici dell’esercito dello Stato ebraico.

Iran
In Iran la polizia ha torturato e picchiato il figlio del leader dell’opposizione Karrubi, che è stato arrestato e poi rilasciato dopo alcune ore durante le manifestazioni di giovedì scorso a Teheran. Lo ha denunciato la madre del giovane in una lettera aperta inviata alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, in cui chiede di intervenire per evitare che altri giovani in stato di detenzione “muoiano sotto tortura”.

Milano - scontri
Quattro cittadini egiziani irregolari sono finiti in manette a Milano stanotte con l’accusa di devastazione dopo i disordini scoppiati ieri pomeriggio in seguito all’uccisione di un ragazzo egiziano di 20 anni, accoltellato – pare – da un gruppo di sudamericani. La rivolta, ad opera di immigrati nordafricani, si è concentrata nella zona di via Padova diventata teatro di una vera e propria guerriglia urbana con vetrine danneggiate e auto bruciate. La polizia, che per tutta la notte ha presidiato l’area, continua ad indagare sull’omicidio per individuare i responsabili.

Italia: protezione civile
La protezione civile italiana non diventerà mai una società privata, ma resterà un dipartimento della presidenza del Consiglio. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ribadendo che il capo della struttura, Guido Bertolaso, potrà continuare a svolgere il suo ruolo come sempre. L’opposizione, in seguito all’inchiesta sugli appalti del G8, invoca invece le dimissioni di Bertolaso il quale si è detto pronto a lasciare se a chiederlo sarà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Dalai Lama
Il Dalai Lama ha invitato i tibetani in esilio a non celebrare per il secondo anno consecutivo il Losar, il capodanno tibetano, in segno di solidarietà con i fratelli di Lhasa che non saranno nelle condizioni di farlo. La scelta "di Lhasa va onorata", ha detto il leader spirituale tibetano davanti a migliaia di fedeli riuniti nel principale tempio buddista indiano. Il Dalai Lama il 18 febbraio prossimo, malgrado l’opposizione della Cina, sarà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente statunitense Barack Obama. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 45

 
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