2010-02-13 15:02:46

I poveri di Roma nel cuore del Papa in visita alla Caritas diocesana. Con noi il cardinale Vallini


Poveri, immigrati, medici e volontari: saranno questi i protagonisti della visita che il Papa compirà domani mattina, a partire dalle ore 10, ai servizi della Caritas diocesana di Roma, alla Stazione Termini. Con la visita ad uno dei luoghi simbolo della solidarietà della città di Roma, il Pontefice aderirà idealmente e concretamente all’Anno di lotta alla povertà e all’esclusione sociale che l’Unione Europea ha proclamato per il 2010. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

“Il programma del cristiano - il programma del Buon Samaritano, il programma di Gesù - è ‘un cuore che vede’. Questo cuore vede dove c'è bisogno di amore e agisce in modo conseguente”. Questo passo della “Deus Caritas est” sintetizza bene lo spirito con il quale si svolgerà la visita di Benedetto XVI ai Centri della Caritas alla Stazione Termini di Roma. Un evento per dire soprattutto ai poveri, agli esclusi, che il Papa è con loro, ha a cuore la loro condizione. L’avvenimento inizierà con la visita al poliambulatorio della Caritas diocesana, dove dal 1983 sono state assistite 80 mila persone. Sarà poi la volta dell’Ostello, che porta il nome di Don Luigi di Liegro, straordinario testimone della Carità cristiana. Una struttura, questa, che ad oggi ha offerto un milione e 200 mila pernottamenti. Un luogo d’accoglienza provvidenziale, se si pensa che solo a Roma, 6-7 mila persone dormano all’addiaccio. Il momento culminante della visita sarà il discorso che Benedetto XVI pronuncerà nella Sala Mensa, dopo aver ascoltato la testimonianza di un ospite e del cardinale vicario Vallini. Ecco come mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma sintetizza i sentimenti con i quali la sua comunità si appresta ad accogliere il Papa:

 
“Accoglieremo la visita del Santo Padre con profonda gratitudine e riconoscenza e cercheremo di far sì che questa visita diventi anche, per questa nostra comunità cristiana, uno sprone a fare ancora di più. Noi vorremmo che ci fosse anche un’attenzione sempre più grande, un’attenzione maggiore proprio per gli ultimi di questa nostra città”.
 
Ma la visita di Benedetto XVI non avrà solo una dimensione romana. L’evento si inserisce, infatti, nelle iniziative promosse dalle Chiese europee all’inizio dell’Anno dedicato alla lotta contro la povertà nel Vecchio Continente. La crisi economica ha colpito soprattutto le fasce più deboli: oggi, secondo le ultime statistiche, il 29 % della popolazione europea vive in povertà, il 19% dei bambini europei vive in condizioni di indigenza. Anche per questo, commenta mons. Enry Gillen, presidente di Caritas Europa, la visita del Papa alla Caritas di Roma rappresenta un forte appello a “trovare una soluzione per combattere le disuguaglianze ed evitare ingiustizie per il presente e per il futuro”.

All’arrivo alla struttura della Caritas, il Papa sarà accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini che, intervistato da Luca Collodi, si sofferma sull’attenzione che Benedetto XVI rivolge ai poveri e gli emarginati:RealAudioMP3

R. – Ho trovato nel cuore del Papa, come sempre, un'attenzione molto ricca di amore paterno verso questo mondo. D’altra parte, tutto il Magistero di Papa Benedetto intorno alle esigenze di una giustizia sociale per uno sviluppo integrale della persona umana è in perfetta coerenza.

 
D. – Che tipo di povertà incontrerà il Papa?

 
R. – Incontra l’uomo che abbisogna innanzitutto di amore, cioè di essere considerato nella sua dignità, nella sua persona. Molte vicende di questi nostri fratelli e sorelle nascono da circostanze di dolore, da contesti di violenza e sono ferite innanzitutto nell’anima. Molte di queste persone, proprio nell’ostello della Caritas, non hanno trovato solo un pasto, un letto … Hanno trovato degli amici, si sono stabiliti dei rapporti da uomo a uomo. Mi ha colpito molto che alcuni anni fa, in occasione del 30.mo anniversario della fondazione della Caritas di Roma, proprio gli ospiti dell’ostello della Caritas alla stazione Termini abbiano messo in scena uno spettacolo a cui io ho partecipato. Erano loro gli attori: raccontavano le loro storie. Era una scenografia molto interessante perché c’era un regista che ha costruito questo spettacolo con un impegno che è durato due anni, ma in cui il denominatore comune era questo: l’incontro con l’ostello della Caritas aveva risuscitato il sorriso e la speranza, al di là di tutto il resto. Mi pare che questo sia, in fondo, un’occasione alla quale il Santo Padre porta il suggello, con il suo sorriso dolce e paterno, per incoraggiare e dare fiducia a tanta gente.

 
D. – L’aumento della povertà a Roma, secondo quello che ha visto, può intaccare la speranza per un futuro migliore?

 
R. – Le persone abbandonate a se stesse, sulla strada, che hanno subìto uno sfratto che ritengono ingiusto perché magari erano in una casa in locazione con un affitto esorbitante, possono perdere la speranza. Le parrocchie, dove le nostre Caritas raccolgono il sostegno economico, i soldi – in concreto – per pagare una bolletta perché in casa non c’è più la luce, lo scoraggiamento perché hanno perduto il lavoro, bè, insomma, tutto questo può trovare una soluzione innanzitutto nel sentirsi accolti, capiti, nel trovare persone che hanno tempo per loro. E magari, anche l’aiuto concreto a risolvere il problema. Quindi, la speranza si può perdere ma, grazie a Dio, la si ritrova, molte volte.

 
D. – E’ più grave la povertà economica o la povertà del cuore?

 
R. – Io penso che sia più grave la povertà del cuore, perché la povertà del cuore porta alla disperazione. Noi dobbiamo lavorare per ricostruire, attraverso la carità concreta, la pratica economica, anche, la fiducia e la speranza in se stessi nella convinzione che sia possibile risalire la china. Tanta gente ci riesce! Dobbiamo operare perché si allarghi questa rete di fiducia e di speranza. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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