2010-02-13 16:21:17

Aperte le Olimpiadi invernali di Vancouver


Gli occhi del mondo da oggi sono tutti su Vancouver, in Canada, dove alcune ore fa si è aperta la 21.ma edizione delle Olimpiadi invernali. Una cerimonia spettacolare davanti a 60 mila persone, che è stata però condizionata dalla morte di uno slittinista georgiano durante le prove del suo esordio olimpico. Agli atleti, era giunta nei giorni scorsi l’esortazione del Papa che - in un messaggio all’arcivescovo di Vancouver mons. Miller - aveva auspicato che “lo sport sia la base per costruire la pace e l’amicizia tra le persone e le nazioni”. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3  
(musica)
 
“Date ai Giochi la magia che tutti vogliamo, fatelo con le vostre prestazioni e con il vostro comportamento. E fatelo in memoria del vostro amico Nodar Kumaritashvili”. Magia e memoria corre su questi due concetti il discorso di apertura dei Giochi Olimpici del presidente del Cio, Comitato olimpico internazionale, Jacques Rogge. Parole accolte con grande partecipazione dai 60 mila presenti nel BC Palace di Vancouver, dove è andata in scena la festa ma anche il dramma. Poco prima della cerimonia, infatti, i sogni di gloria dello slittinista georgiano Kumaritashvili si erano infranti a 140 km orari nella caduta rovinosa sulla pista di Whistler, notoriamente difficile per gli atleti perché la più veloce di tutto il mondo. Una morte che è pesata come un macigno sugli atleti georgiani scesi in pista durante la cerimonia:
 
“Georgia ….” (applauso)
 
L’applauso più sentito e commosso è stato per la piccola delegazione. Tante le facce scure, la bandiera listata a lutto e una sciarpa nera indossata per non dimenticare il loro compagno. Subito in modo stridente, il dolore ha lasciato spazio alla gioia. La musica è poi cresciuta, tante le danze che hanno raccontato le anime diverse del Canada e non poteva mancare un omaggio alle quattro popolazioni aborigene che rappresentano l'identità storica del Paese.
 
“Welcome to Vancouver! …”
 
E’ arrivato poi l’ultimo teodoforo, la leggenda canadese dell’hockey sul ghiaccio, "The Great One", ovvero Wayne Gretzky e quindi l’accensione del tripode con un piccolo inconveniente tecnico che si è poi risolto in breve tempo. Poi, tutto secondo copione con i fuochi d’artificio e la fiamma
olimpica trasportata sull’oceano di Vancouver, dove arderà fino alla fine dei Giochi il 28 febbraio.
 
(musica)







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