Mons. Fisichella sulle nuove sfide della bioetica: “La ricerca della verità passa
per i criteri della legge naturale”
“La legge naturale come criterio ineliminabile per giungere alla verità”. Un nuovo
richiamo a una rinnovata presa di coscienza dei valori etici della legge morale è
stato lanciato ieri dall'arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia
Accademia per la Vita, in occasione dell’apertura dell’assemblea plenaria del dicastero
pontificio. “La vita personale – ha ammonito il presule – non può essere ridotta a
pura materia né relegata in un limbo, priva di passione per la verità; essa dovrà
sempre essere capace di approdare alla risposta definitiva che ruota intorno alla
domanda di senso per la propria esistenza”. Quanto alle questioni di bioetica, per
Fisichella “rimarranno ancora per diverso tempo sul tappeto dei nostri dibattiti perché
il progresso della scienza è inarrestabile, così come la conquista tecnologica entrerà
ancora di più a determinare la vita dei singoli e delle società”.
In questa
prospettiva, “gli interrogativi della ragione avranno motivo di moltiplicarsi” e il
richiamo etico “troverà in questo contesto ancora maggior urgenza per approdare a
una risposta giusta e rispettosa della dignità della vita umana”. Si arriva così a
“una situazione realmente paradossale: più aumenta la capacità di conquista scientifica
e maggiormente si accresce il divario con la questione fondamentale della vita che
ruota intorno al bene e al male come premessa indispensabile per dare senso all'esistenza
personale”. La scienza e la tecnica sembrano dunque addolcire il divario esistente
con la domanda etica sul bene e sul male, senza tuttavia dirci come essa sarà vissuta
dal punto di vista della qualità”. Per questi motivi, secondo Fisichella, l’uomo ha
perso la sua profonda relazione con la natura e di conseguenza “il confine tra la
vita umana e la natura si è rogressivamente, ma inarrestabilmente allargato così che
perso il contatto con la natura anche la vita personale sembra acquisire i tratti
di piena autonomia dalla natura e in modo quasi sprezzante si rivendica per sé una
libertà che faticosamente ha acquistato con il predominio sulla natura stessa”. (A
cura di Marco Guerra)