Il saluto del Papa ai malati in Piazza San Pietro al termine del pellegrinaggio dell'Unitalsi
La Giornata mondiale del malato celebrata ieri, che ha visto Benedetto XVI presiedere
la Messa nella Basilica vaticana, ha avuto nel pomeriggio la tradizionale conclusione
con il pellegrinaggio dell’Unitalsi in Via della Conciliazione. Migliaia di malati
e di volontari si sono recati in preghiera in Piazza San Pietro per accogliere il
breve saluto del Papa, alla presenza delle reliquie di Santa Bernadette, la veggente
di Lourdes. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Cosa
misura il grado civiltà del mondo? I sentimenti di umanità che sa mostrare verso i
malati. Benedetto XVI lo ha detto ieri mattina, nella Messa in San Pietro nella memoria
della Beata Vergine di Lourdes. Poi, nel pomeriggio, candele nelle mani e voci intonate
alla preghiera, all’Ave Maria di Lourdes, proprio i malati sono stati i protagonisti
della processione che ha attraversato Via della Conciliazione per ricompattarsi in
Piazza San Pietro, sotto la finestra del Papa. Cinquemila persone, molte delle quali
disabili, barellieri e volontari, e in mezzo a loro le reliquie di Santa Bernadette
Soubirous, che hanno riportato nel luogo simbolo della Chiesa universale l’atmosfera
e il senso di devozione che ogni giorno si respirano nel Santuario francese sui Pirenei.
Benedetto XVI non ha fatto mancare il suo saluto e la sua benedizione a questa piccola
folla, dimostrazione visibile di quanto affermato nella celebrazione della mattina:
“Cari
amici! Grazie per la vostra preghiera, grazie per il vostro amore per gli ammalati,
per Nostro Signore! Con tutto il cuore vi imparto la benedizione apostolica: Sit nomen
Domini benedictum… Grazie, il Signore vi benedica!”. Concluso
da uno spettacolo pirotecnico, il breve pellegrinaggio ha visto come sempre in prima
linea i suoi promotori, i membri dell’Unitalsi, l’organismo di solidarietà che oggi
– con i suoi circa 120 mila soci effettivi e i 300 mila ausiliari – accompagna a Lourdes
dai 70 agli 80 mila malati all’anno. Ma numerose sono le sigle che vivono hanno nella
Giornata mondiale del malato, ieri alla 18.ma edizione, uno dei momenti salienti dell’anno.
Fabio Colagrande ha parlato con il responsabile di una di esse,
Giuseppe Casale, coordinatore sanitario e scientifico di Antea,
associazione che da oltre 20 anni assiste gratuitamente i malati terminali:
"Quando
arriva una malattia grave, non è soltanto la persona ad essere coinvolta, ma è tutta
la struttura familiare, tutta la struttura amicale, cioè tutti gli amici: tutti partecipano
– e questa è l’unità sofferente – alla sofferenza del paziente. Chi più chi meno,
però tutti vanno aiutati. E questo è anche un principio fondamentale di “Antea”: noi
non assistiamo soltanto pazienti o persone, ma assistiamo famiglie intere, cioè ci
prendiamo cura di tutti loro, perché chiaramente anche loro stanno attraversando un
momento particolare della loro vita in cui rivisitano qualsiasi concetto dal punto
di vista etico, religioso, mettono in discussione tutto … Perché è un dramma, un dramma
che cade all’interno di una famiglia come una bomba che scoppia e ferisce tutti: non
ferisce soltanto la persona che la riceve addosso, ma vengono coinvolti tutti".