Le Commissioni “Giustizia e Pace” d’Europa: l’importanza della solidarietà nella lotta
alla povertà
Mettere in atto misure efficaci contro la povertà, sviluppare la trasparenza economica,
tassare le transazioni finanziare con un’imposta a favore degli aiuti allo sviluppo,
sopprimere lo squilibrio commerciale, rafforzare la lotta al cambiamento climatico.
Sono queste le raccomandazioni che la Conferenza delle Commissioni Giustizia e Pace
d’Europa, composta da rappresentanti di 29 nazioni, lancia a tutti i Paesi del Vecchio
Continente. In una nota diffusa oggi, Giustizia e Pace ribadisce l’importanza della
solidarietà in tempo di crisi e ricorda che il 2010 è stato dichiarato “Anno europeo
di lotta alla povertà e all’esclusione sociale”. In questa occasione, si legge nella
nota, “dobbiamo riconoscere che la sola possibilità che abbiamo di trovare una risposta
duratura alla crisi attuale risiede nel rinnovare i nostri sforzi per la solidarietà
globale e la cooperazione”. L’attuale crisi economica e finanziaria, continua Giustizia
e Pace, è “un avvertimento urgente di fronte al potenziale distruttivo di una crescita
economica non regolata e di un modello di sviluppo che non ponga la giustizia al primo
posto”. Di qui, l’appello lanciato dall’organo episcopale a tutti i Paesi europei
perché intraprendano un cammino preciso nella lotta alla povertà. Nello specifico,
il percorso si articola in sei punti: innanzitutto, viene richiesta la messa in atto
di “misure efficaci contro la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, partendo
dalla convinzione che questa lotta, per l’avvenire di un Paese, è importante tanto
quanto la protezione del sistema finanziario”. Poi, Giustizia e Pace raccomanda “l’introduzione
di un sistema di norme e di direttive per far sì che le attività economiche e finanziarie
non siano a detrimento dello sviluppo umano, né vadano contro il dovere della solidarietà
internazionale o i diritti umani”. E ancora: viene richiesto “lo sviluppo della trasparenza
economica attraverso l’introduzione di standard e di certificazioni per i settori
bancari e finanziari e per le imprese che rispettano le norme e le direttive (ad esempio,
l’obbligo, per le multinazionali, di versare un’imposta sul luogo di produzione)”.
Quindi, le Commissioni Giustizia e Pace d’Europa suggeriscono “l’introduzione di una
tassa, da imporre sulle transazioni finanziarie e da destinare agli aiuti allo sviluppo
o al finanziamento di strutture di pubblica utilità”, così come “il sostegno ad una
politica di sviluppo basata su condizioni di vita e di lavoro che rispettino la dignità
umana in tutti i Paesi”. Infine, la nota episcopale raccomanda “la soppressione delle
condizioni di squilibrio nello sviluppo e nel commercio” e “maggiori sforzi, in tutta
Europa, per limitare le cause e le conseguenze del cambiamento climatico”. Una strategia
d’azione che va accompagnata, concludono i vescovi, dal “sostegno ai Paesi in via
di sviluppo perché riescano ad avere le risorse finanziarie e tecniche necessarie
per affrontare le sfide climatiche”. (I.P.)