“La maternità nell’Italia del Terzo millennio” è stato il tema del convegno che si
è tenuto sabato a Roma nell'Università del campus Biomedico. L’incontro è stato realizzato
in occasione della 32ª Giornata per la vita e promosso dalle Scuole di ostetricia
e ginecologia delle università romane, in collaborazione con l’Ufficio della pastorale
universitaria del Vicariato di Roma. Il servizio di Marina Tomarro. Un impegno maggiore
nel sostegno delle famiglie, soprattutto se numerose o in disagio economico, alla
vita nascente e alla maternità. E’ la richiesta che gli ordinari di ginecologia e
ostetricia delle università romane hanno fatto al governo attraverso un documento
sottoscritto da loro, a conclusione del convegno "La maternità nell’Italia del Terzo
millennio". Domenico Arduini direttore della clinica di ostetricia
e ginecologia dell’Università di Tor Vergata: “Innanzitutto
si chiede una maggiore tutela della donna, perché è vero che oggi esistono molte leggi,
molte dichiarazioni ma purtroppo molto spesso la coppia viene lasciata sola di fronte
ai suoi problemi. Quindi da un lato va migliorata, in parte, anche la medicalizzazione
della gravidanza per permettere a tutti di accedere alle cure. D’altro lato, invece,
bisogna creare una sorta di difesa della famiglia, proprio per permettere di gestire,
valutare e far crescere il nascituro”. Durante il convegno è
emerso che in Italia la prima gravidanza avviene sempre più tardi. Infatti, il 34
per cento delle donne ha il primo figlio dopo i 35 anni. Una martenità, dunque, ritardata
ma che resta momento essenziale nella vita delle donne. Carlo Casini,
presidente del Movimento per la Vita italiano: “La radice di
fondo della maternità è il mistero dell’universo, perché ciascuno di noi è passato
dal non esserci all’esserci nel momento in cui è nel seno di sua madre. Se la creazione
ha un senso e se questo senso consiste nell’affiorare del mistero dell’uomo – la sua
libertà, la sua capacità di amare e di pensare -, la creazione in atto è la maternità
che comincia”.